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Vite alla deriva

Data: 02/10/2014
Categoria: Altre News

Il rapporto di Amnesty International sottolinea la mancata azione dell'Ue e quanto questa abbia contribuito all'aumento delle morti nel Mediterraneo

A un anno dalla strage di lampedusa Amnesty International presenta al parlamento europeo il dossier "Vite alla deriva: rifugiati e migranti a rischio ne Mediterraneo centrale", un rapporto dettagliato su cosa accade alle migliaia di persone che scappano dalle guerre, dalla fame e tentano via mare di raggiungre altre terre. Il lavoro è la sintesi delle osservazioni dell'organizzazione a Malta e in Italia oltre a una ricerca durata cinque giorni a bordo di una nave della Marina militare italiana. Attraverso interviste a persone sopravvissute ai naufragi, colloqui con esperti e autorità, il rapporto mette in luce i pericoli a cui vanno incontro le persone in fuga e l'assurda e vergognosa risposta della maggior parte degli stati dell'Unione Europea. L'Italia, lasciata sola dagli stati membri è intervenuta concretamente per evitare altre stragi in mare, attraverso la cosiddetta Operazione Mare Nostrum. Dal 18 ottobre 2013, si legge nel rapporto, la Marina Italiana ha soccorso più di 100.000 persone, nel 2014 oltre 130.000 rifugiati e migranti hanno attraversato la fontiera europea via mare, quasi tutti sono stati soccorsi dalla marina militare italiana. Dall'inizio dell'anno poi le persone morte o disperse in mare sono oltre 2.500, una cifra impressionante e in aumento rispetto agli anni passati, nel 2011 i morti furono circa 1.500, nel 2012 circa 500, nel 2013 oltre 600. Dall'inizio dell'operazione Mare Nostrum il mumero delle vittime è diminuito rimane comunque il fatto che il mediterraneo continua ad essere una via particolarmente rischiosa per i migranti e i rifugiati. Ma cos'è esattamente Mare Nostrum. La Marina italiana, si legge nel rapporto, lo descrive come un'operazione militare e umanitaria finalizzata alla salvaguardia della vita in mare e a combattere la tratta degli esseri umani. L'operazione si svolge in acque internazionali e costa all'Italia oltre 9 milioni al mese. Potrà proseguire ancora a lungo? Il governo italiano preme sull'UE affichè si trovi una soluzione più efficace e che coinvolga tutti. Il 27 agosto la Commissione europea ha proposto di integrare Mare Nostrum con Frontex, l'agenzia europea  per la gestione e cooperazione operativa delle frontiere esterne degli stati membri dell'Ue. Ma occorrono mezzi adeguati oltre a un chiaro mandato focalizzato sulla ricerca e il soccorso. Ad oggi vi è una sola certezza: il numero di coloro che cercano di raggiungere l'Europa non diminuisce, aumentano le persone che fuggono da persecuzioni, violenza, guerra e necessitano quindi di protezione internazionale. E le vittime del mare potranno diminuire solo quando, secondo Amnesty, saranno aperte vie sicure e regolari per raggiungere l'Europa.



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