Associazioni indignate scrivono alla Cassazione "Lo stupro è un crimine"
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Lo sdegno dei centri antiviolenza pugliesi sulla sentenza della Corte di Cassazione che riconosce le attenuanti al marito ubriaco e colpevole di violenza sessuale

Associazioni e centri antiviolenza della Puglia proprio non possono far passare sotto silenzio la sentenza della Corte di Cassazione che ha riconosciuto le attenuanti al marito ubriaco, colpevole di stupro ai danni della moglie. Prendono carta e penna e in tredici, dal nord al sud della Puglia, diffondono una nota di protesta. Non è la prima sentenza sul solco di un rinnovato sessismo che la giurisprudenza pone sotto gli occhi dei cittadini e delle cittadine italiani: anni fa si negò lo stupro perché la vittima indossava jeans che, secondo il giudice, non potevano essere sfilati senza l’assenso della donna. E ora ci risiamo. Soprattutto a destare “stupore e sgomento” è anche la cornice storica in cui si inserisce questa sentenza. “Sopraggiunge – fanno notare le associazioni pugliesi – ad una settimana dalla Conferenza ‘Al Sicuro dalla violenza - Al sicuro dalla Paura’, promossa congiuntamente dal Consiglio D’Europa, dal Ministero degli Affari Esteri e dalla Camera dei Deputati, per fare il punto dell’entrata in vigore della Convenzione di Instanbul, nel corso della quale tutti i parlamentari europei ed italiani hanno stigmatizzato l’importanza delle azioni di prevenzione e di repressione in presenza della commissione dei delitti ai
danni delle donne”. Non solo. La sentenza arriva proprio nel momento in cui a livello nazionale si sta cercando di concertare un documento unico che regolamenti Case rifugio e Centri antiviolenza per cercare, attraverso servizi omogenei sul territorio nazionale, di garantire pari diritti e opportunità alle donne vittime di violenza. La Puglia ha approvato all'inizio di luglio, a seguito di un lungo e intenso percorso di concertazione, la l.r. n. 29 del 4 luglio 2014, ed il documento nazionale dovrebbe proprio individuare caratteristiche generali che assicurino omogeneità alle reti regionali.Anche per questo è inaccettabile la sentenza. “È come dire ai mariti ubriachi – si legge ancora nella nota diffusa da Centri e associazioni pugliesi – da oggi, dopo aver fatto ricorso all’alcool potete tranquillamente stuprare le vostre donne, tanto vi sarà la possibilità di avere il riconoscimento dell’attenuante per aver commesso un reato
di non troppo rilievo, per il quale si può ottenere la riduzione della pena. La violenza sulle donne, in tutte le sue declinazioni, è una violazione dei diritti umani. È un fenomeno criminale al quale bisogna dare una risposta integrata. Per giungere a ciò abbiamo bisogno di un sistema penale che abbia efficacia reale e che le misure assunte siano, a loro volta, efficaci e dissuasive. Per questo – concludono i tredici sottoscrittori – ci auguriamo che su
questi aspetti ci sia un confronto fra i vari attori ed istituzioni che di questo si occupano”.
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