Una ricerca per conoscere il “valore aggiunto” delle organizzazioni no profit
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È quella appena avviata dalle cattedre di psicologia sociale e psicologia delle organizzazioni dell’Università del Salento. Obiettivo conoscere il valore culturale, politico e sociale prodotto nelle comunità di riferimento

Non sono in pochi negli ultimi anni ad aver stimato il valore economico prodotto in termini di servizi dalle organizzazioni no profit. Recentemente, poco più di un anno fa lo rilevò l’Istat e anche a livello regionale, in Puglia, grazie ad una ricerca condotta da CSV net Puglia per conto dell’assessorato regionale al Welfare, si arrivò a stimare la cifra di 300milioni di euro (sicuramente per difetto) di servizi equivalenti alla persona, al territorio, alla cultura.
Più difficile, sia in termini metodologici, sia in termini di contenuto e statistici, è conoscere il “valore aggiunto” prodotto dalle organizzazioni no profit. Ed è proprio questo l’obiettivo della “Ricerca sociale sul valore aggiunto delle relazioni sociali e delle organizzazioni del terzo settore” avviata dall’Università del Salento per conoscere nel dettaglio quali benefici reali le organizzazioni no profit producono nelle comunità in cui operano. Interessate due cattedre salentine. quella di Psicologia sociale e quella di Psicologia delle organizzazioni, che hanno ideato il progetto anche sul solco tracciato dall’Università di Bologna e dalla Cattolica di Milano. Ma cos’è e qual è il valore aggiunto delle relazioni e delle organizzazioni sociali del terzo settore? Lo spiegano le due docenti referenti del progetto, Terri Mannarini (Psicologia sociale) ed Emanuela Ingusci (Psicologia delle organizzazioni): “La ricerca si focalizza sul valore extra economico e dunque sul valore aggiunto delle organizzazioni no profit declinato come valore culturale, vale a dire diffusione nella comunità di valori coerenti con la missione delle organizzazioni (solidarietà, equità, ecc.), valore politico, ossia capacità di influire sull’agenda politica locale; valore sociale, inteso come generazione e rigenerazione di relazioni, tanto al proprio interno tanto all’esterno, nella comunità territoriale in cui esse operano”. Due gli obiettivi metodologici che la ricerca intende raggiungere: “Sul piano metodologico – spiegano ancora le ideatrici del progetto – serve a testare in via sperimentale uno strumento di rilevazione del valore extra economico delle organizzazioni no profit. Sul piano delle conoscenze, la ricerca ha lo scopo di rilevare il valore culturale, politico, sociale delle organizzazioni salentine e di effettuare delle comparazioni tra i diversi tipi di organizzazioni. Infine, essa intende mettere a confronto il punto di vista dei membri con il punto di vista degli utenti”.
La raccolta dei dati avviene tramite due questionari a risposte chiuse, uno destinato ai volontari delle organizzazioni, l’altro destinato agli utenti. Il primo dei due questionari, compilabile da chiunque presti la propria opera in una organizzazione del territorio salentino, è disponibile nella versione online cliccando qui.
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