Il volontariato per risolvere la crisi del welfare
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Secondo l'ultima indagine della Conferenza permanente delle associazioni, federazioni e reti di volontariato, l'impegno volontario è assiduo e fa bene alle relazioni con gli altri

Il volontariato è una scelta di vita. Lo dimostrano i dati elaborati nella ricerca “Le trasformazioni delle Organizzazioni di Volontariato” che la ConVol (Conferenza permanente delle associazioni, federazioni e reti di volontariato) sta realizzando in Italia secondo cui l'impegno di un volontario dura diversi anni (nel 34,6% dei casi almeno 15 anni) e per il 21,7% di loro l'impegno quotidiano è di almeno 20 ore al mese. I dati, elaborati su una base di quasi 900 organizzazioni e oltre 1000 volontari, sono stati presentati a Reggio Calabria in occasione dell'Assemblea nazionale durante la quale è stata riconfermata presidente Emma Cavallaro.
Fare volontariato fa bene: per l'81% degli intervistati aiuta a relazionarsi con gli altri e quindi incrementa la fiducia negli altri, mentre non conduce a una maggiore fiducia nelle istituzioni e nella politica: solo il 24,5% dei volontari italiani ha dichiarato di avere fiducia nella politica. L'impegno politico, poi, è leggermente più forte al Sud rispetto al Nord.
Buono il giudizio sulle organizzazioni, sia a Nord che al Sud. Tra chi decide di abbandonare l'attività volontaria, solo il 16,5% lo fa perché non si riconosceva nell’organizzazione o era in disaccordo su come si prendevano le decisioni.
Due i principali settori in cui si muove l'attività volontaria: quello socio-assistenziale e sanitario e quello della tutela dei diritti. Nove organizzazioni su dieci, inoltre, ritengono che le OdV siano una soluzione alla crisi del welfare.
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