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Per una difesa civile, non armata e non violenta

Data: 03/06/2014
Categoria: Altre News

Lanciata in occasione della Festa della Repubblica una proposta di legge di iniziativa popolare per un Dipartimento ispirato a un principio di difesa pacifica

È stata lanciata in occasione della Festa della Repubblica la proposta dei movimenti per la Pace e il Disarmo di istruire la difesa civile, non armata e non violenta. Si tratta, nello specifico, di una proposta di legge di iniziativa popolare avanzata dalla Rete Italiana per il Disarmo – Controllarmi, Conferenza Nazionale Enti di Servizio Civile, Forum Nazionale per il Servizio Civile, Tavolo Interventi Civili di Pace, Campagna Sbilanciamoci! e Rete della Pace, movimenti che da anni considerano una contraddizione in termini festeggiare la nascita della Repubblica con una parata militare delle Forze Armate. 

Presentata lo scorso 25 aprile 2014 in Arena di pace e disarmo e lanciata in occasione del 2 giugno 2014, la Campagna punta a raccogliere le 50mila firme necessarie a partire dal 2 ottobre 2014, Giornata internazionale della Nonviolenza, e si concluderà dopo 6 mesi. La campagna vuole dare piena attuazione all'articolo 52 della Costituzione (“la difesa della patria è sacro dovere del cittadino”) che non è mai stato applicato veramente, perché per difesa si è sempre intesa solo quella armata, affidata ai militari, mentre la Corte Costituzionale ha riconosciuto pari dignità e valore alla difesa nonviolenta, come avviene con l'istituto del Servizio Civile nazionale. Secondo il disegno di legge, si dovrà istituire un Dipartimento che comprenderà il Servizio civile, la Protezione Civile, i Corpi civili di pace e l'Istituto di ricerche sulla Pace e il Disarmo. Il finanziamento della nuova difesa civile dovrà avvenire grazie all'introduzione dell'”opzione fiscale”, cioè la possibilità per i cittadini, in sede di dichiarazione dei redditi, di destinare il 6 per mille alla difesa non armata

Tra le richieste, la riduzione delle spese per l'acquisto di nuovi sistemi d’arma da parte del  Ministero della Difesa in modo da assicurare i risparmi necessari per non dover aumentare i costi per i cittadini. Lo strumento politico della legge di iniziativa popolare vuole aprire un confronto pubblico per ridefinire i concetti di difesa, sicurezza, minaccia, dando centralità alla Costituzione che “ripudia la guerra” (art. 11).



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