L'impegno di salvare vite umane
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Il Parlamento europeo ha approvato le nuove regole per le operazioni marittime di Frontex ribadendo il principio di "non respingimento"
Si inasprisce il principio di “non respingimento” nelle operazioni di ricerca e di salvataggio di migranti. È il parlamento europeo a definire le nuove regole per le guardie di frontiera in servizio per le operazioni marittime di Frontex. Le nuove norme entreranno in vigore prima dell'estate. Il regolamento definisce le "fasi di emergenza" per le operazioni di ricerca e salvataggio e impone alle unità partecipanti alle operazioni Frontex l'impegno di salvare vite umane. Le norme in materia di operazioni di ricerca e soccorso dovrebbero contribuire a dissipare la confusione creata negli Stati membri da diverse interpretazioni del diritto e delle prassi internazionali. Le guardie di frontiera che intendono intercettare o soccorrere persone in un paese terzo dovranno seguire determinate procedure (ad esempio, l'identificazione, la valutazione personale, le informazioni sul luogo dello sbarco).
Il "piano operativo" che disciplina le operazioni di sorveglianza alle frontiere coordinate da Frontex deve comprendere le procedure per garantire che le persone bisognose di protezione internazionale, le vittime della tratta di esseri umani, i minori non accompagnati e altre persone bisognose siano identificati e ricevano un'assistenza adeguata. Eventuali misure coercitive potranno essere adottate solo dopo l'identificazione dei migranti (le norme d'identificazione sono obbligatorie, mentre quelle di esecuzione sono facoltative). Saranno vietate le operazioni di respingimento in alto mare e le guardie di frontiera potranno solamente "avvertire il natante e ordinargli di non entrare nelle acque territoriali di uno Stato membro". Le persone, inoltre, non possono essere rimpatriate in Paesi ove sussiste il rischio di persecuzioni, torture o altri danni gravi.
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