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ProCiv, come comunicare meglio?

Data: 15/04/2014
Categoria: Altre News

Presentati a Lucca i primi risultati dell'indagine sulla comunicazione digitale. Emerge la necessità di volontari digitali formati

Sono stati presentati in occasione del Festival del Volontariato di Lucca i primi risultati del percorso avviato già da 5 mesi sulla comunicazione nella Protezione Civile. Al centro soprattutto singole esperienze significative e  l'idea di network delle ProCiv, un sistema coeso che accoglie numerosi soggetti. A intervenire sul tema, Titti Postiglione, Direttore dell’Ufficio Volontariato, Formazione, Comunicazione del Dipartimento della Protezione Civile, e da Luca Calzolari, direttore del Giornale della Protezione Civile.

La ricerca analizza la comunicazione digitale, quindi siti web e social network, una comunicazione che concilia diversificazione e capillarità all'affidabilità delle notizie, grazie alla presenza di una policy e da un’interazione e un coinvolgimento diretto degli utenti presente soprattutto nelle fasi di emergenza. 

È così, quindi, che comunica la Protezione Civile secondo questa indagine interna nata da una call lanciata a tutte le organizzazioni di Protezione Civile. Principale differenza emersa, il diverso approccio comunicativo tra associazioni e istituzioni, sia in situazioni ordinarie che di emergenza. 

Durante le situazioni ordinarie, le associazioni comunicano soprattutto le attività svolte, campagne nazionali e informazioni che provengono da soggetti istituzionali. Gli strumenti utilizzati sono Facebook, Twitter, il sito web, whatsapp, ma anche Youtube e Instagram. Le istituzioni, invece, usano prevalentemente i propri siti, e diramano, oltre alle attività istituzionali, normative, codici di allerta, comunicati stampa e comportamenti da tenere in caso di emergenza.

In tempo di emergenza, invece, le associazioni tendono in prevalenza a condividere informazioni provenienti da fonti certificate. «Ad esser diffusi  - spiega Luca Calzolari a Volontariatoggi.info – sono anche aggiornamenti in tempo reale, corredati di contributi multimediali realizzati dai volontari. Le istituzioni si fanno invece vera e propria fonte di informazione, diffondendo news su viabilità, sicurezza, aree di attesa, con aggiornamenti costanti sulla situazione, cercando di coniugare tempestività e accuratezza. Anche nelle situazioni di crisi si mantiene quella differenziazione nell’uso dei mezzi di comunicazione che abbiamo registrato nelle fasi ordinarie: mentre le associazioni utilizzano molto i social (Facebook, Twitter, ma anche Whatsapp), le istituzioni preferiscono i loro siti ufficiali, a cui affiancano mezzi più tradizionali (comunicati stampa, …) e, in secondo luogo, i social network». A corredare le informazioni diffuse, foto e filmati che danno un'idea immediata e inequivocabile della situazione.

«Ciò che è emerso – continua Calzolari – con forza nelle situazioni di crisi è il bisogno, condiviso sia dalle associazioni, sia dalle istituzioni, di figure formate, volontari digitali o operatori professionisti necessari per una comunicazione efficace».



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