Il volontariato libera le energie
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Ecco i numeri presentati in occasione del Festival del volontariato di Lucca

C'è aria di fiducia al Complesso del Real Collegio di Lucca: le “Energie da liberare” ci sono e sono tante. A valorizzarle pienamente, l'associazionismo italiano riunito qui per il Festival del Volontariato in programma dal 10 al 13 aprile. Più di cento gli eventi che il Centro nazionale volontariato e le associazioni locali e nazionali che partecipano al Festival hanno organizzato per la quattro giorni. Fra gli ospiti il presidente della Camera Laura Boldrini, i ministri Stefania Giannini e Giuliano Poletti, i sottosegretari Luigi Bobba e Cosimo Maria Ferri, ma anche esperti e testimoni come Maria Grazia Cucinotta, Stefano Zamagni, Luigino Bruni, Luca De Biase e Alan Friedman. Sabato 12 aprile alle 18, Edoardo Patriarca e Riccardo Bonacina dialogheranno sui temi emersi nella quattro giorni con il presidente del consiglio Matteo Renzi.
Un'occasione, quella di Lucca, per fare il punto di un mondo in fermento e per presentare l'indagine completa del Centro Nazionale per il Volontariato sulle organizzazioni di volontariato e della Fondazione Volontariato e Partecipazione, i cui dati sono stati anticipati in questi giorni, in particolare quelli relativi alla stabilità economica del sistema.
Secondo l'indagine, il 46,6% dei presidenti intervistati prevede un aumento dei volontari attivi nel corso del 2014, il 45,9% ritiene che rimarranno invariati e solo il 6,6% prevede un calo. Sanitario (44%), socio-sanitario (47,1%) e soprattutto donazione (62,1%) i settori in cui c’è maggiore ottimismo sull’aumento dei volontari e su cui si prevede il più alto incremento dei volontari. Gli stessi settori dove nel 2013 si è registrato sempre il maggior incremento. Il quale è stato considerevole: nel complesso il 23,8% dei presidenti rivela che siano aumentati del 23,8%, mentre solo il 9,7% lamenta una diminuzione, mentre il 61,2% ammette come siano rimasti stazionari. Il picco si registra nel settore sanitario con una crescita di volontari registrata in un terzo delle OdV.
Sulle previsioni del 2014 sono i presidenti del sud ad essere maggiormente ottimisti (più del 55%). Secondo l'indagine, le OdV italiane sono caratterizzate da una base di soci e di volontari che nel 2013 risulta consolidata o in espansione in pressoché tutti i settori e tutte le regioni, con leggeri scostamenti. Nel 2013 il numero dei soci risulta stazionario in poco più della metà delle OdV (51,9%) e in crescita in una OdV su tre (33,6%). Nel complesso quindi circa 85 OdV su 100, nel 2013, hanno confermato o allargato la propria base associativa. Il 14,5% delle OdV ha invece sperimentato una diminuzione del numero dei soci. Dati analoghi relativamente al numero dei volontari che tuttavia sperimenta variazioni più contenute. Oltre 6 OdV su 10 (63,9%) confermano nel 2013 il numero dei volontari dell’anno precedente, mentre poco più di 1 OdV su 4 (25,6%) vede crescere tale numero. Esiste comunque un 10,5% di OdV in cui nel 2013 i volontari sono diminuiti.
Incoraggiante anche il dato relativo al volontariato giovane: nelle OdV italiane, in media, il 25,3% dei volontari ha meno di 35 anni, con qualche eclatante eccezione come la Protezione civile che ha il corpo di giovani volontari più consistente, in media il 31,9%. Nel 2013, i cittadini stranieri sono stati in media il 3,7% dei volontari delle OdV. In concomitanza con la grave crisi occupazionale italiana, è anche da osservare che il monte-ore speso dai volontari nelle OdV – sempre secondo i Presidenti delle stesse – sembra complessivamente stabile o in aumento nel 2013.
Ma cosa è cambiato nell'impegno volontario con l'avvento della crisi? Per il 46,7% degli intervistati la crisi occupazionale ha un’influenza negativa sul monte-ore dedicato dai cittadini alle attività di volontariato, mentre il 45% ritiene che non vi sia un’influenza diretta. Il 29,7% di tutti gli intervistati ritiene che la crisi abbia contribuito a generare una diminuzione della quantità di tempo dedicata alle attività di volontariato.
La maggior parte delle OdV italiane opera soprattutto su scala locale, relazionandosi soprattutto con Comuni, Comunità Montane ed Aziende Sanitarie Locali. Quello che manca, però, è la capacità di fare rete: solo il 23,3% delle OdV ha collaborato nel 2013 con altre OdV o con associazioni di mutuo-aiuto, il 14,4% con associazioni di promozione sociale, centri sociali e centri socio-ricreativi, il 9,4% con strutture ecclesiali.
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