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45mila firme contro il gioco d'azzardo

Data: 25/03/2014
Categoria: Altre News

Ne mancano solo 5mila per presentare la nuova proposta di legge. Parabita ha aderito al "Manifesto dei sindaci per la legalità contro il gioco d'azzardo"

C'è anche Parabita – unico in Puglia – tra i Comuni che hanno sottoscritto il "Manifesto dei sindaci per la legalità contro il gioco d'azzardo" promosso da Legautonomie, la Scuola delle buone pratiche di Terre di mezzo e circa 600 Comuni. Grazie all'iniziativa popolare sono state raccolte finora 45mila firme su 50mila prefissate che saranno consegnate il prossimo 9 aprile alla Corte di Cassazione per supportare il testo della proposta di legge composto di 22 articoli sul gioco d'azzardo. 

Sono tre le richieste principali. Innanzitutto si chiede il divieto a piazzare ovunque le slot machine, ma solo in apposite sale da gioco. Quindi anche il bar dovrà avere un locale dedicato. Inoltre, ogni macchinetta funzionerà solo inserendo la tessera sanitaria (come avviene per i distributori automatici di sigarette), così da evitare che si avvicinino i minori. Terza punto, gli operatori delle Asl o delle associazioni di volontariato devono poter accedere liberamente ai locali per parlare con i giocatori e informarli sui rischi di dipendenza.

La proposta di legge si articola in sei aree principali. 

Innanzitutto la salute degli individui per cui le persone più fragili vanno protette, ai minorenni deve essere impedito davvero di giocare e la pubblicità deve essere fortemente regolata (art. 4,5,6). I giocatori patologici, inoltre, devono essere curati davvero, su tutto il territorio nazionale e anche i loro familiari devono poter ricevere assistenza psicologica (art. 7). Si richiede, inoltre, l'istituzione di un fondo (mediante l’1% del fatturato complessivo del gioco d’azzardo) per la cura, la prevenzione e la riabilitazione, e si chiede l'incremento del fondo antiusura per il pagamento dei debiti da GAP (art. 8). Il testo prevede anche l'attivazione di attività di ricerca e monitoraggio delle forme di GAP in Italia (art. 9) con l’1% delle somme non riscosse e delle multe e il finanziamento dell’Osservatorio sulle dipendenze da gioco d’azzardo. Sempre in quest'area, si richiede l'organizzazione dell’Osservatorio nazionale sulle dipendenze da gioco d’azzardo e la ridefinizione delle competenze dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli (art. 12, 13).

Altro punto fondamentale riguarda il potere dei Comuni nel contrasto al Gap. Nel testo di legge si propone che i sindaci, sentiti i questori, siano le autorità che autorizzano l’apertura di sale da gioco e l’installazione di apparecchi per il gioco (art. 11).  Ai Comuni vanno trasferiti finanziamenti specifici per attività formative e culturali (art. 9) mediante lo 0,50% delle somme giocate che va trasferito sulla L 328/2000. 

Tema fondamentale è anche quello del contrasto reale alle infiltrazioni mafiose, ai flussi di denaro illegali, ai fondi di investimento, trust e società anonime e con caratteristiche di opacità (art. 14, 15, 17). La richiesta è di applicare il codice delle leggi antimafia. I soggetti condannati, anche senza sentenza definitiva, o solo imputati, così come i loro familiari, non possono ottenere concessioni. Le società fiduciarie, i trust e i fondi di investimento sono obbligati a dichiarare l’identità del soggetto mandante o del titolare effettivo. I flussi finanziari devono essere tracciabili mediante l’uso di conti correnti bancari e postali, i clienti che compiono operazioni sensibili vanno identificati e i dati trascritti mediante sistemi informatici. Tutte le operazioni diventano tracciabili con l’istituzione dei registri delle scommesse e dei concorsi pronostici.  

Altra questione, i luoghi del Gap. Secondo il testo proposto, entro due anni dall’approvazione della legge si potrà giocare d’azzardo solo nelle sale gioco, autorizzate con legge apposita. I giocatori possono chiedere di essere esclusi dal gioco, nelle aree per il fumo non devono esserci apparecchi per il gioco, le giocate devono avere una durata minima di 4 secondi, sono vietati apparecchi per la lettura automatica delle giocate, il costo di ogni partita non deve essere superiore a 1 euro, e ogni vincita non deve superare i 100 euro.

Ultima questione, come trovare i finanziamenti necessari per le cure, la prevenzione, la ricerca. Un modo è quello i recuperare percentuali del fatturato, dei premi non riscossi e delle multe per la cura, prevenzione, formazione e ricerca (art. 8,9). Si chiede, infine, l'armonizzazione fiscale tra il gioco d’azzardo e le altre imprese (Art. 10) e il contrasto reale all’evasione fiscale e tributaria (art. 16). con l'applicazione di sanzioni più aspre (art. 21).

La legge è stata elaborata da oltre 315 amministratori pubblici che fanno capo alla Scuola per le buone pratiche (Legautonomie e Terre di Mezzo) e alle campagne «Mettiamoci in gioco» e «Fa’ la cosa giusta». Il primo passo è stato appunto la sottoscrizione da parte dei sindaci, arrivati da tutt’Italia, del “Manifesto dei sindaci contro il gioco d’azzardo” cui si è aggiunta la raccolta firme anche tra i cittadini. 

Chi vuole firmare e aderire all'iniziativa partita lo scorso ottobre può recarsi nel comune di residenza, oppure a “Fa' la cosa giusta!”, la fiera del consumo critico e degli stili di vita sostenibili, organizzata da Terre di mezzo a Fieramilanocity, dal 28 al 30 marzo.



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