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Aumentano le povertà in Italia

Data: 06/03/2014
Categoria: Altre News

In due anni gli indigenti sono aumentati di oltre 4milioni di unità. Secondo i dati del CSV Salento in Puglia sono 8 le aree emergenti fortemente critiche

Sulla gestione del problema povertà, l'Italia è ancora troppo lontana dagli obiettivi europei. La Strategia 2020 per una crescita verde, intelligente e sostenibile, infatti, prevedeva di fare uscire milioni di persone dalla povertà e dall’esclusione sociale. L’obiettivo era di 2,2 milioni di poveri in meno ma, mentre nel 2010 i poveri nel nostro paese erano 14,6 milioni, nel 2012 sono saliti a 18,1 milioni. Un trend che, purtroppo, conferma quello europeo: difficile, infatti, puntare all'obiettivo di 20 milioni di persone in meno in situazioni di povertà e di esclusione sociale se nel 2012 gli europei colpiti da queste due piaghe sono cresciuti dai 114 milioni nel 2009 ai 124 milioni.

Secondo la revisione della Commissione, il quadro del livello europeo è soggetto anche a una forte polarizzazione. Se nel 2008, infatti, la distanza fra i due esempi estremi (i paesi Bassi col 14,9% della popolazione a rischio di povertà e la Bulgaria col 44,8%) era di quasi trenta punti percentuali, nel 2012 è passata da un 15% nei Paesi Bassi al 49,3% in Bulgaria (una differenza del 34,3%). In questo quadro, l’Italia è fra i paesi messi peggio insieme a Grecia, Spagna e Ungheria e condivide il triste primato degli Stati che più si sono allontanati dai propri target nazionali. Ad aver invece già raggiunto il proprio obiettivo sono solo la Germania e la Lettonia, ma anche la Polonia è vicina a buoni risultati, insieme a Finlandia,  Lituania, Repubblica Ceca e Bulgaria.

Per l'Italia scarsi risultati anche per quanto riguarda gli obiettivi in termini di occupazione, con un 61% nel 2012 rispetto al range fra 67 e 69% che il nostro paese si era prefissato per il 2020. Qualche spiraglio di luce arriva, invece, dal target riguardante l’abbandono scolastico: l’Italia si è posta una fascia di riduzione di tale indicatore al 15-16% entro il 2020, e nel 2013 si era al 17,1%.

Secondo gli ultimi dati sulle povertà emergenti elaborati dal Centro Studi del CSV Salento, in Puglia sono 8 le aree fortemente critiche sulle quali si segnalano emergenze severe dal punto di vista sociale: 1. Il disagio alimentareche colpisce 294.765 persone pugliesi, che non hanno sufficienti risorse per mangiare (il ricorso alle mense della carità per i poveri “estremi” raggiunge le 1700 unità al giorno); 2. La disoccupazione, che tocca 231.466 pugliesi, soprattutto donne e giovani; 3. Le famiglie che cascano nella trappola dell’usura e del gioco d’azzardo patologico; 4. La povertà infantile e la dispersione scolastica;  5. La deprivazione degli anziani e il precariato dei giovani; 6. L’emergenza abitativa e gli sfratti; 7. Gli “Invisibili” (senza fissa dimora); 8. L’impossibilità di curarsi.

Proprio in questi giorni, a Lecce, inoltre, la Caritas diocesana ha aumentato i posti letto disponibili per i senzatetto in via Colonnello Sostadura. Altri 15 posti posti letto per accogliere i sempre più numerosi clochard che popolano le strade leccesi.



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