Nessuna tolleranza sulle mfg
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Nonostante si riscontri un lieve calo, sono oltre 125milioni le bambine e donne che subiscono al mondo le mutilazioni genitali femminili/escissione

Una pratica crudele che coinvolge ancora oggi al mondo più di 125milioni di bambine e donne in tutto il mondo quella delle mutilazioni genitali femminili/escissione. Se ne parla ancora in occasione della Giornata mondiale contro le mutilazioni genitali femminili per ricordare quanto, nonostante oggi le bambine abbiano meno probabilità di subire questa pratica rispetto alle loro madri, il rischio rimanga ancora alto.
Un quinto delle mutilazioni avviene in Egitto e nei prossimi dieci anni 30 milioni di bambine rischiano ancora di subire questa pratica. Anche Somalia, Guinea, Gibuti ed Egitto registrano una alta prevalenza di mutilazioni con più di 9 donne e bambine su 10 tra i 15-49 anni che hanno subito tale pratica. Ci sono luoghi, infine, in cui non si registra nessun significativo calo di questa pratica come Ciad, Gambia, Mali, Senegal, Sudan o Yemen.Qualche timida speranza arriva dal Kenya e dalla Tanzania in cui le ragazze tra i 15 e i 19 anni hanno tre probabilità in meno di essere mutilate rispetto alle donne tra i 45 e i 49 anni. La prevalenza, inoltre, è scesa di ben quasi la metà tra le adolescenti in Benin, Repubblica Centrafricana, Iraq, Liberia e Nigeria.
A fare la differenza molto spesso il livello di istruzione: più le madri sono istruite, minori sono i rischi che le loro figlie vengano mutilate e più le ragazze frequentano la scuola, più possono confrontarsi con altre persone che rifiutano tale pratica.
Si tratta di usanze consolidate per privare la donna del piacere sessuale. Le suture delle operazioni vengono scucite solo dopo il matrimonio (defibulazione) per mano dello sposo per permettere alla donna di consumare l’unione e in seguito di partorire. Dopo ogni parto viene poi effettuata una nuova infibulazione per ripristinare la situazione prematrimoniale. Le conseguenze sul piano psicofisico sono enormi. Altissimo il rischio di emorragie a volte mortali, infezioni e shock. I rapporti diventano dolorosi e difficoltosi, spesso insorgono cistiti, ritenzione urinaria e infezioni vaginali. Ulteriori rischi si corrono durante il parto, quando il bambino deve attraversare una massa di tessuto cicatriziale reso poco elastico a causa delle ripetute mutilazioni. L’infibulazione rende inoltre frequente la rottura dell’utero durante il parto, causando la morte sia della madre che del bambino.
Solo nel 2012 l'ONU ha messo al bando le mutilazioni genitali femminili.
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