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Santa che voleva solo vivere

Data: 25/11/2013
Categoria: Un libro a settimana

Alfredo Traversa racconta la storia di Santa, prima vittima di femminicidio riconosciuta dallo Stato italiano quando ancora lo stalking non era riconosciuto come reato

È una vicenda particolare quella di Santa, prima vittima di femminicidio riconosciuta dallo Stato italiano in anni in cui lo stalking era un reato senza denominazione e soprattutto senza codifica giudiziaria. È una vicenda ricca di dettagli e retroscena in cui la storia di persecuzione, a cui Santa fa fronte indifesa per tre anni, si intreccia con la crescita della sua spiritualità, del suo servizio in parrocchia, l’avvicinamento al movimento dei Focolarini, all’amore totale per Dio.

Santa non conosce Giuseppe, il suo persecutore, il quarantenne che le invia lettere, le telefona, la intercetta in qualsiasi parte d’Italia vada, la segue, tenta di abusare di lei, giunge a minacciare "di farla secca". Piero, il papà di Santa, poliziotto presso la Questura di Bari, si mobilita per ottenere protezione per la figlia. Ma invano: non ottiene neppure di farlo curare per la schizofrenia di cui è affetto. Santa, allora, è costretta a girare scortata: la mamma all’università, gli amici la sera negli spostamenti di paese. Tranne quella piovosa sera del 15 marzo 1991.

Tredici coltellate inflitte nel portone di casa, dove quell’uomo la attendeva. Una corsa disperata in ospedale non riuscirà a salvarle la vita.



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