Non si puo' ingabbiare il Salento!
Categoria: News Associazioni Lecce e provincia
Arriva dalle associazioni, tra cui Salento verticale e SOS Costa, la richiesta di bloccare il progetto di messa in sicurezza del Ciolo e di utilizzare metodi meno invasivi e più attenti alla tutela del paesaggio

Si è sollevata come un polverone in questi ultimi giorni la questione relativa al progetto di messa in sicurezza del Ciolo, nel Comune di Gagliano del Capo. Sono attivi su uno dei pezzi di costa più suggestivi del Salento, due progetti di messa in sicurezza delle rocce alte del Comune, che prevedono l’utilizzo di reti a maglie per evitare crolli di massi nella spiaggetta sottostante. Il primo, di 500mila euro aspetta solo l'appalto dei lavori, il secondo di 1milione di euro, invece, è in attesa di approvazione, entrambi finanziati dal CIPE. Gli interventi arrivano in seguito alla valutazione dell'Autorità di bacino delle “le coste alte a rischio geomorfologico elevato”, tra cui quelle del Ciolo. Entrambi i progetti sono a cura del Comune di Gagliano del Capo.
Arriva proprio dalle associazioni di volontariato e dalla cittadinanza attiva, un appello ad approfondire la questione alla ricerca di un metodo meno invasivo e impattante per mettere in sicurezza la zona. A farne da portavoce, il sindaco di Tiggiano Ippazio Antonio Morciano, nonché presidente del comitato “Salento verticale”, convinto che con uno studio più approfondito la situazione del Ciolo potrebbe essere risolta grazie a metodi come il disgaggio, le sarciture e le demolizioni. Nel primo caso, qualora vi fossero masse rocciose instabili, si passerebbe alla imbragatura in modo da salvaguardarle da ulteriori assestamenti. La sarcitura invece prevede la saturazione delle fessure sul fronte di roccia con resine speciali, malte cementizie e materiali lapidei della zona. Nel caso, invece, ci si trovasse di fronte a blocchi instabili di volumetria ingente, la soluzione sarebbe quella della demolizione: aperti dei buchi sulla pietra, si riempirebbero di malta espansiva sino alla frantumazione della massa interessata. Una richiesta, quella di Morciano, formulata nero su bianco in una lettera indirizzata al sindaco di Gagliano del Capo Antonio Buccarello in occasione della Conferenza di servizi convocata per acquisire tutti i pareri sul progetto da 1milione di euro.
«Il Comune di Gagliano – commenta Morciano – ha valutato la necessità di reti a maglie, senza aver approfondito la questione in termini paesaggistici, di reale utilità e di deturpazione del territorio. La richiesta è che il processo di messa in sicurezza del Ciolo sia condiviso con tutti gli operatori del settore, in primis le associazioni di volontariato. Abbiamo persino proposto all'Amministrazione competenze tecniche gratuite per valutare la situazione». L'intento è quello di tutelare l'ambiente mantenendo la libera balneazione.
Il punto caldo della questione rimane la gestione dei due progetti di «Protezione delle coste alte in territorio di Gagliano del Capo» soprattutto in merito ai principi di trasparenza e di coinvolgimento di tutti gli attori presenti sul territorio. Già rispetto al primo progetto di 500mila euro, le associazioni hanno sollevato una serie di passaggi poco chiari rispetto ai criteri scelti per l'assegnazione dell'appalto. Risale a maggio 2013 la manifestazione di interesse indetta dal Comune di Gagliano rivolta alle imprese interessate al progetto. Una manifestazione cui hanno risposto, dopo l'intervento da parte delle imprese specializzate in interventi sui costoni rocciosi che hanno richiesto di poter partecipare all'appalto, cui hanno risposto oltre 100 imprese, 88 di queste ritenute adatte a partecipare. L'assegnazione sarà poi affidata a un sorteggio tra queste per selezionarne 5.
Dopo l'intervento di “Salento verticale” la Conferenza di servizi indetta dal Comune è stata rinviata al prossimo 18 ottobre.
Accanto al Comitato "Salento verticale" scendono in campo immediatamente le altre associazioni a difesa dell'ambiente e del territorio del Salento, SOS Costa Salento, Comitato SOS 275, Forum Ambiente e Salute e le altre. «Il punto focale di tutte le questioni nelle quali si intrecciano fondi disponibili e salvaguardia del territorio – dice il presidente di SOS Costa Luigi Russo – è che bisogna uscire dalla trappola del cosiddetto “o così o niente”, nel senso che a dirigere le scelte non possono essere solo motivazioni tecniche e/o finanziarie, o peggio convenienze delle lobby, ma puntuali valutazioni sulle potenzialità del territorio, sugli effettivi bisogni, sulle tecniche meno invasive e distruttive. E tutto alla luce del sole, coinvolgendo oltre ai tecnici anche i cittadini, le associazioni. Questo vale per il costone del Ciolo, ma anche per la 275 tra Montesano e Leuca, per la regionale 8, per la Maglie-Otranto, per il piano paesaggistico. I politici devono semplicemente capire il senso dell'art. 118 della Costituzione, e allora tutto diventa più semplice, efficace».
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