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Cyberbullismo: la violenza passa attraverso il cellulare

Data: 15/11/2007
Categoria: Altre News
EURISPES-TELEFONO AZZURRO. Il passatempo preferito è il telefonino, con tutte le sue potenzialità. Si arriva a mettere su internet i filmati delle cose più intime e più dolorose, senza pietà.
Il 10,2% degli bambini tra 7 e 11 anni ha inserito on line dei filmati girati con il proprio telefonino, mentre il 16% sostiene di non averlo mai fatto perchè non conosce la procedura tecnica. E l“1,2% afferma di aver messo on line video realizzati con il proprio telefonino "per prendere in giro i ragazzi ripresi nel filmato". Lo strumento d“altra parte è sempre più diffuso. Un bambino su due è in possesso di un telefonino: prevalgono quelli normali (43,2%), mentre il 7,1% dei piccoli ha un video-telefonino, l“1,6% un cellulare Umts e solo lo 0,2% uno smart-phone. Il 4,2% possiede più di un telefonino, mentre il 37,3% dei bambini non possiede alcun cellulare. Il telefonino viene utilizzato prevalentemente per comunicare (72,9%), ma anche per fare fotografie (56,1%) o filmati (44,5%). Il 55,3% usa il cellulare per chiamare ed essere chiamato dai propri amici, il 51% per mandare e ricevere sms e il 29,6% per scambiare mms. E il 5,5% dei bambini intervistati non vorrebbe alcuna limitazione nell“utilizzo, neanche a scuola. I bulli tecnologici. Sono soprattutto i bambini a compiere atti di cyberbullismo: il 3,2% ha inviato materiale offensivo, diffuso informazioni false su un“altra persona o escluso la persona dai gruppi on line. » il cellulare lo strumento più utilizzato (71,4%). Il 14% dice di compiere atti di prepotenza nei giochi di ruolo on line, il 5,5% usa le e-mail e il 4,8% le chat. Ma quanti cadono vittima del cyberbullo? L“11,5% dei bimbi (circa 4 su 100) ammette di essere stato vittima del fenomeno sotto forma di ricezione di materiale minaccioso (3,8%), di informazioni false sul proprio conto (4,5%), di esclusione intenzionale dai gruppi sulla Rete (3,2%). Oltre la metà dei bimbi intervistati (57%), vittime del fenomeno, afferma, di non conoscere l“identità del bullo. Il 10,5% ha ammesso, invece, che il prepotente è un amico e il 9,5% un compagno di scuola. L“8,8% dei bambini ha dichiarato, infine, che a compiere atti di prepotenza, tramite Internet e cellulare, è una persona poco conosciuta. I bulli tradizionali. Un bambino su quattro ammette di avere ricevuto provocazioni e prese in giro (27,5%), brutti scherzi (25,2%) e offese immotivate (23,2%). Il 12,6% subisce una continua esclusione dal gruppo e l“8,7% è vittima di furti di oggetti e cibo. Il 7,5% subisce ingiustamente delle percosse mentre solo il 2,7% è vittima di furti di denaro. I maschi sono più spesso vittime di minacce (15% contro l“8,1% delle coetanee) e percosse (10,1% contro il 4,9% delle bimbe). I bambini ricevono con maggiore frequenza prese in giro (29,9% vs 25,1%), offese immotivate ripetute (25,9% vs 21%) e brutti scherzi (27,6% vs 22,7%). Le bambine, invece, sono con più frequenza vittime di esclusione dal gruppo: lo dichiara il 13,2% delle bambine contro l“11,9% dei bambini. Gli episodi sono più frequenti a scuola (36,2%), il 22,6%, invece, ha indicato la strada o la piazza e il 6,6% i locali e i bar. Le bambine reagiscono, si bambini si alleano col cattivo. La maggioranza dei piccoli (39,9%) ritiene che i bulli agiscano da prepotenti "per sentirsi più grandi e più forti". Il 19,5% pensa che si vogliano far notare, mentre solo il 6,1% è dell“opinione che il bullo voglia semplicemente scherzare. Inoltre il 34% dei bambini ritiene che i bulli siano dei prepotenti, il 19,9% immaturi e il 19% maleducati, mentre l“11% li giudica cattivi. Contro atti di prevaricazione il 36,1% chiede aiuto ad un adulto, il 22,3% si rivolge al prepotente, mentre il 19,8% aiuta la vittima. L“8,4% dei bambini, invece, assume il ruolo di spettatore silenzioso. Il 4,4% dei bambini mostra invece un atteggiamento tipico del bullo gregario: infatti il 3,3% dice di unirsi alle prepotenze mentre lo 0,8% trova divertenti gli atteggiamenti prepotenti. Le bambine sono più reattive (83,1% contro il 73,2% dei maschi) nell“attuare strategie attive, mentre i bambini ammettono con più frequenza (5,4% contro l“1,3% delle coetanee) di unirsi alle prepotenze del bullo e ad assumere il ruolo di spettatori passivi: il 9,3% contro il 7,6% del campione femminile.


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