Dalla Casa delle Donne l'allarme sulle interruzioni volontarie di gravidanza
Categoria: News Associazioni Lecce e provincia
Un monitoraggio dell'associazione svela che nel Salento è ormai quasi impossibile accedere all'interruzione volontaria attraverso le strutture pubbliche. L'associazione fa un appello alle istituzioni

A 35 anni dalla legge sull'interruzione volontaria di gravidanza nel Salento sembrerebbe essere ritornati indietro di 100 anni. E' quanto denuncia l'associazione la Casa delle Donne di Lecce che ha appena ultimato un monitoraggio della legge 194/78 e ne dà conto, con una lettera aperta, alle istituzioni interessate, cioè alla Regione e alla Asl. Soprattutto, l'associazione svela un fatto a dir poco preoccupante: nelle strutture pubbliche salentine sarebbe ormai impossibile operare l'interruzione volontaria, a causa dell'esiguità di medici non obiettori. In particolare, ad essere maggiormente interessate sono le donne "più giovani, più povere e meno istruite - e, di pari passo, denunciano il ritorno alla barbara pratica dell’aborto clandestino con le note perniciose ricadute sulla salute delle interessate - si legge nella lettera. A fronte di un progressivo incremento della percentuale di obiettori tra gli operatori sanitari, infatti, non è stata svolta né una indagine finalizzata a comprenderne le cause - alle quali non paiono estranee valutazioni di opportunità (discriminazione nei confronti degli operatori non obiettori, difficoltà di carriera, ecc….) - che, se correttamente individuate, potrebbero essere rimosse, né interventi concreti volti a garantire comunque il rispetto di una legge alla quale il Paese è pervenuto, dopo un iter lungo e tormentato, solo grazie al sacrificio e all’impegno di molte generazioni di donne che non hanno voluto tollerare l’ipocrisia e la vergogna dell’aborto clandestino, utilizzato massicciamente per secoli come principale forma di controllo delle nascite, con il suo corteggio di rischi mortali per le donne e di cinica speculazione da parte di una moltitudine di operatori. Sta di fatto che, nella maggior parte degli ospedali del Salento, l’IVG non viene più praticata per mancanza di personale interno non obiettore.
Per questo l’associazione si rivolge a Regione e Asl, affinchè si possano "adottare tutte le misure previste dalla legge e tutte le iniziative possibili, nell’ambito delle rispettive competenze, per garantire che l’IVG sia praticata in ogni presidio sanitario pubblico, nel più rigoroso rispetto della salute e della dignità delle donne, che non possono e non devono essere costrette a mortificanti peregrinazioni per ottenere una prestazione medica del tutto legittima".
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