Imu: si faccia chiarezza!
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Approvato un ordine del giorno per fare chiarezza sulla legislazione. Al centro del dibattito, ancora una volta, il valore economico del non profit

La Camera dei Deputati approva un ordine del giorno relativo al decreto sull’Imu. La richiesta è precisa: si chiarisca la materia e vengano sanate tutte le situazioni ambigue che si sono venute a creare in seguito alle norme che hanno decretato il pagamento dell'Imu per gli immobili nei quali le attività di tipo assistenziale, previdenziale, sanitarie, didattiche, ricettive, culturali, ricreative e sportive sono svolte “con modalità non commerciali”. A presentare l'odg, gli onorevoli Paolo Beni, Filippo Fossati e Edoardo Patriarca, tutti del Pd e provenienti dal mondo del Terzo settore ed impegna l'esecutivo a tenere conto delle particolare caratteristiche degli enti non profit, e quindi a rivedere la normativa in relazione agli enti non commerciali, «affinché i medesimi siano tenuti al pagamento dell'IMU solo per gli immobili (o le porzioni di essi) effettivamente destinati ad attività commerciali».
Al centro della contestazione, la modalità di calcolo del valore economico del non profit, rispetto alla nozione di commerciabilità. Il decreto n.200 del 2012, infatti, ha stabilito per le associazioni culturali, ricreative e sportive una nozione di commercialità vincolata al criterio del “corrispettivo simbolico”, da intendersi tale qualora non superiore alla “metà dei corrispettivi medi previsti per analoghe attività svolte con modalità concorrenziali nello stesso ambito territoriale”, senza tuttavia emanare disposizioni esplicative. In molti casi, però, il non profit è di fatto monopolista, quindi l'intero impianto crolla.
Il documento (disponibile in allegato) impegna quindi il governo anche a valutare il modello di tassazione delineato dal decreto ministeriale n. 200 del 2012 «in modo da rendere coerenti i presupposti della tassazione IMU sugli immobili degli enti non commerciali ai modelli attuali della tassazione delle attività svolte dai medesimi enti», ma anche ad emanare al più presto le indicazioni necessarie affinché gli enti interessati possano effettuare la dichiarazione relativa agli utilizzi immobiliari «misti» (di cui all'articolo 6 del decreto ministeriale 200 del 2012 cit.), sui quali la normativa per ammissione stessa del fisco non è sempre stata coerente e di facile interpretazione.
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