Richiedenti asilo, a Lecce il fenomeno e' in aumento
Categoria: News Associazioni Lecce e provincia
In molti si stanno riversando al Dopo Lavoro ferroviario nella speranza di trovare accoglienza. Popoli e Culture "Se la questione immigrazione venisse affrontata con più attenzione, si eviterebbero sprechi di risorse ed energie"

L'allarme delle associazioni leccesi che si occupano di immigrazione è alto. Dopo l'esperienza degli oltre 30 richiedenti asilo che, appoggiati per settimane nel Dopo Lavoro ferroviario della città, hanno trovato una sistemazione adeguata presso associazioni e Caritas, la voce si è diffusa e molti richiedenti asilo sbarcati sul territorio si stanno riversando a Lecce nella speranza di trovare accoglienza. Un vero e proprio fenomeno in crescita causato dalla saturazione dei Cara e dall'assenza di altre strutture capaci di dare accoglienza ai richiedenti asilo. Ad oggi, sono 17 le persone che stanno dormendo nel Dopo Lavoro ferroviario e con il caldo e il mare più calmo, si rischia un aumento considerevole degli arrivi.
L'allarme arriva in concomitanza della Giornata Mondiale del Rifugiato che si celebra il 20 giugno e che, alla luce dei dati diffusi dall'Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, risulta sempre di più una questione culturale. L'emergenza profughi in Italia, infatti, secondo l'Unhcr, non esiste: nel 2012 le domande di asilo presentate in Italia sono state 17.352, la metà rispetto all'anno precedente. Nel nostro Paese a dicembre i rifugiati erano 64.779: una cifra sicuramente significativa ma ben lontana dalle immagini catastrofiche proposte negli anni scorsi. L'Italia è al sesto posto fra gli Stati europei, ben lontana dalla Germania, che ha accolto 589.737 rifugiati, e dalla Francia, che ne ospita 217.865. Anche il Regno Unito (con 149.765), la Svezia (92.872) e la piccola Olanda (74.598) hanno fatto di più, aprendo le porte a perseguitati e fuggiaschi.
«L'immigrazione – commenta Maria Giovanna Mayo, presidente dell'associazione “Popoli e Culture” – non è un problema ma un evento normale della vita. Se tutti conveniamo che i diritti umani sono da rispettare, bisogna anche capire che queste persone devono per forza fuggire da quelle terre. Questo significa accogliere queste persone, aiutarle a vivere una vita migliore ma anche comprendere a pieno i motivi che li spingono a scappare». Un'attività di sensibilizzazione che, secondo Mayo, dovrebbe essere prerogativa soprattutto dei mass media che si occupano della questione.
«Se le istituzioni affrontassero la situazione con maggiore serietà – conclude Mayo – molti problemi sarebbero presto risolti, con un minore dispendio di energie e risorse. In questo settore si investono molti soldi, ma quanti poi arrivano veramente a beneficio delle persone immigrate? Se ci fossero strutture funzionanti e risposte più puntuali, si potrebbero impiegare meno risorse con risultati migliori».
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