Carceri, in arrivo un piano nazionale
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La bozza in discussione nel Consiglio dei ministri punta a liberare fino a 4mila persone. Nel penitenziario di Lecce, ad oggi ci sono 1.200 persone su una capienza massima di 659

Si tratta ancora di una bozza, ma gli elementi di discussione sono già sul tavolo. Si tratta del nuovo decreto sull'emergenza carceri che dovrebbe vedere la luce in Consiglio dei ministri nel giro di pochi giorni. L'obiettivo è quello di togliere dalle celle fino a 4mila detenuti, attraverso la liberazione anticipata per i soggetti in custodia cautelare con pena residua non oltre i 3 anni, la sospensione della pena per i casi di detenzione domiciliare in cui la pena anche residua non superi 4 anni e l'allargamento delle ipotesi di lavoro di pubblica utilità per i detenuti tossicodipendenti. Un piano nato per rispondere a un'emergenza considerata dal ministero della Giustizia prioritaria.
Le modifiche e le aggiunte in discussione sono quelle relative all'art. 656 del codice di procedura penale sull’esecuzione delle pene detentive (con ricadute anche sulle disposizioni sulla detenzione domiciliare), alla legge sul lavoro all’esterno dei detenuti e al testo unico sulla droga nella parte relativa alla repressione degli illeciti. Tra le possibili misure anche quella che prevede che il pm - quando la pena residua, computando le detrazioni per buona condotta, non superi i 3 anni, o i 6 per i reati commessi da tossicodipendenti - «trasmette gli atti al magistrato di sorveglianza» perché provveda «senza ritardo con ordinanza» alla riduzione della pena o alla liberazione anticipata..
In ballo anche la possibilità di sospendere l’esecuzione nei casi di detenzione domiciliare in cui la pena non superi i 4 anni e l’ ampliamento della possibilità di applicare i detenuti ad attività in favore della collettività prevedendo che specifiche categorie di reclusi non pericolosi «possono essere assegnati a titolo volontario all’esecuzione di progetti di pubblica utilità», in base a «programmi aggiornati con frequenza semestrale e trasmessi al magistrato di sorveglianza». E si allargano le ipotesi di lavoro di pubblica utilità prevista per detenuti tossicodipendenti, ad eccezione di coloro condannati per i reati più gravi.
Nei 206 penitenziari italiani ci sono circa 66mila detenuti contro una capienza regolamentare di 47mila e in molti casi gli spazi sono sotto la soglia minima. Una situazione intollerabile che ha portato l'Italia a numerose condanne da parte della Corte di Strasburgo.
Il CSV Salento aveva già denunciato nel 2011 la situazione nel carcere di Borgo San Nicola a Lecce nel dossier “Visti da noi. Lo sguardo del volontariato sui bisogni del territori”. Nel penitenziario, in una cella di circa 12 metri quadrati convivono tre persone. Per una capienza regolamentare di 659 persone e di 1200 quella tollerabile, a Borgo San Nicola nell’estate del 2010 erano presenti più di 1500 persone, a maggio 2012 circa 1330. Oggi sono meno di 1200, delle quali quasi la metà in attesa di giudizio.
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