Cerca nel sito:  

Welfare in crisi e Terzo settore in crescita

Data: 04/06/2013
Categoria: Altre News

Sono questi gli elementi più significativi emersi dal Rapporto sui diritti globali 2013 realizzato dall’associazione Società Informazione Onlus

Se da una parte il modello del welfare europeo sta collassando, il sistema del Terzo settore cresce sempre di più, creando servizi e occupazione. Sono questi i dati più rilevanti dell'undicesima edizione del Rapporto sui diritti globali 2013 “Il mondo al tempo dell’austerity” realizzato dall’associazione Società Informazione Onlus, promossa dalla Cgil in collaborazione con ActionAid, Antigone, Arci, Cnca, Comisiones Obreras Catalogna, Fondazione Basso-Sezione Internazionale, Forum Ambientalista, Gruppo Abele, Legambiente e Sbilanciamoci!.

In crescita soprattutto il volontariato. Se nel 2005 coinvolgeva l’8,9% degli italiani, nel 2012 arriva al 9,7%, quasi 5 milioni persone. Se si considera solo l'impegno diretto, la Federazione delle associazioni di Volontariato ne stima 1.125.000, attive in 35.000 organizzazioni, per un valore economico del lavoro erogato di 7,8 miliardi di euro per 702 milioni di ore erogate ogni anno. Crescono soprattutto le associazioni di migranti, anche se in molti casi non risultano iscritte al Registro delle associazioni, ed è una esclusione che pesa in materia di fondi, finanziamenti, partecipazione e contributo culturale e sociale. Sorprese anche dal mondo rom. Se nei primi anni 2000 si contavano sulle dita di una mano, nel 2012 se ne contano circa 90, riunite (ma non tutte) nelle due maggiori federazioni, Federazione rom e sinti insieme e Federazione Romanì. L’attivismo si concentra sui temi dei diritti e delle discriminazioni, dell’abitare, della cultura e del lavoro, e una prima vittoria è stata proprio nel 2012 con l’avvenuto riconoscimento in sede di Commissione Esteri della Camera delle lingue sinti e rom, in sintonia con la Carta europea delle lingue regionali o minoritarie del 1992.

Il welfare, motore dell'economia
Tra il 2007 e il 2011 la cooperazione ha visto crescere l’occupazione dell’8%, arrivando a 1.310.000 occupati, quando il mercato del lavoro ha perso l’1,2% e le imprese profit il 2,3%. Tra tutti i settori, quello del welfare e dell’assistenza, proprio della cooperazione sociale, è stato il settore trainante, con +17,3% di lavoratori (+ 4,3% tra 2011 e 2012). Esistono infatti circa 9mila tra cooperative sociali e consorzi che danno lavoro a 330mila persone, tra cui 35mila svantaggiate, e assiste circa 5 milioni di persone. Il tutto per un fatturato che si aggira sui 9 miliardi di euro. Non è tutto rose e fiori, ovviamente. Il 2012, infatti, è ricco di mobilitazioni, nascita di coordinamenti e reti, resistenze e anche default di cooperative del sociale, inchiodate a gare al ribasso e pagamenti pubblici in grave ritardo: alla fine del 2012, il credito dagli enti pubblici si aggira sui 6 miliardi di euro, e un’attesa per il pagamento che era in media di 111 giorni, nel 2010, ha raggiunto i 120 nel 2011-2012. Senza contare che la minaccia dell’aumento dal 4 al 10 per cento dell’Iva, prospettata da Monti, è solo slittata al 2014 e non cancellata.

Secondo il rapporto, la “vittima sacrificale” dalla crisi economica e finanziaria non è solo il welfare state, ma il suo “modello europeo”, nonostante non siano poche le voci critiche all’interno degli stessi organismi internazionali. Indice puntato contro il “fiscal compact” siglato il 2 marzo 2012 dai capi di Stato europei che ha “incatenato la politica comunitaria in maniera definitiva – spiega il testo -, con effetti devastanti in primo luogo proprio sul sistema di welfare. Se dovessimo adottare una data di morte annunciata per il modello sociale europeo il 2 marzo 2012 suonerebbe come la più adeguata”. Fiscal compact che, secondo il rapporto, darà il colpo di grazia alle politiche sociali anche nel nostro Paese. “Costerà 45 miliardi di debito pubblico da far rientrare all’anno per 20 anni, e dove si recupererà questo denaro se non da welfare, servizi, politiche sociali e sanitarie, giustizia, sicurezza e via elencando?”



Torna all'elenco delle notizie
Sede centrale: Via Gentile, n.1a Lecce Tel.: 0832 392640 Fax: 0832 392640 E-mail:
Copyright © 2013-2015 Csvsalento. Tutti i diritti riservati.