Un passo avanti nella ricerca sulla sclerosi multipla
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Grazie al lavoro di un giovane ricercatore disabile romano, è stata identificata una cellula nel sangue che potrebbe essere responsabile della malattia

Nelle persone con sclerosi multipla, c'è una cellula nel sangue che si ammala. Si tratta di una cellula che dovrebbe avere una funzione protettiva, ma che smette di funzionare e, probabilmente, impedisce lei stessa a questi pazienti di reagire ai farmaci, anche a quelli più potenti. È questa la scoperta recentemente uscita dal laboratorio della Fondazione Santa Lucia di Roma, frutto del lavoro di tre anni di Valerio Chiurchiù, giovane ricercatore romano, con il sostegno dell’Università di Teramo. Secondo il ricercatore, affetto anche lui dalla sindrome Silver Russel, a provocare il mancato funzionamento della cellula è un enzima presente in misura molto elevata che, se bloccato, potrebbe sbloccare la cellula stessa.
La notizia è arrivata proprio in occasione della Giornata mondiale della sclerosi multipla che si è celebrata il 29 maggio che ha visto iniziative e manifestazioni in tutto il mondo per ricordare l'importanza della conoscenza e della ricerca sulla sclerosi multipla, malattia che conta tre milioni di casi in tutto il pianeta, 68 mila circa solo in Italia. Anche il destino della ricerca in questione, inoltre, dipende proprio dalla presenza di possibili finanziamento, che rimangono per ora in bilico.
Quest'anno, inoltre, è stata lanciata la campagna “What's your motto” per motivare a combattere e dare sostegno nella lotta contro la patologia. L'accento delle campagna quest'anno è sui giovani, perché la sclerosi multipla è una patologia che colpisce soprattutto loro, con picchi di esordi tra i 20 e i 40 anni, anche se anche gli adolescenti non ne sono immuni.
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