Made in psichiatria, le bomboniere solidali
Categoria: News Associazioni Lecce e provincia
Roselline e poesie per la festa della mamma: così i pazienti di psichiatria presso l'ospedale di Scorrano partecipano alle attività promosse daI volontari Avo di Maglie

Per la festa della mamma, i pazienti del reparto psichiatria dell'ospedale di Scorrano, offriranno roselline e poesie realizzate da loro stessi.
Le creazioni rientrano nel progetto "Made in psichiatria", promosso dall'Avo, l'associazione volontari ospedalieri di Maglie, che opera da sette anni nel reparto. Materiale povero, quale la farina di mais e tanta cura nel realizzarle, alla base delle rselline e tant fantasia e affetto per la composizione delle poesie.
«Si è appena concluso un laboratorio all'interno del reparto - racconta il presidente Avo, Maurizio Forte - durante il quale tutti i pazienti, aiutati da una decina di volontari, hanno realizzato delle bomboniere che poi sono state vendute su richiesta». Il progetto ha riscosso ampio consenso, non solo da parte dei pazienti, ma anche dai medici che prendono parte senza riserve. «La nostra associazione è attiva da sette anni e nel corso del tempo abbiamo realizzato tanti progetti - continua Forte -. In passato i pazienti sono stati coinvolti nella realizzazione di oggetti da materiale di scarto che poi sono stati venduti, sotto offerta volontaria, nelle fiere o nelle manifestazioni organizzate nei paesi vicini. Noi volontari eravamo lì con i nostri piccoli banchetti».
Oltre alle bomboniere solidali, che contribuiscono alla raccolta fondi per garantire il lavoro dell'associazione, in passato sono stati organizzati anche cineforum, l'Avo, infatti, ha dotato il reparto di Tv e lettore dvd. «Nel corso degli anni abbiamo raccolto anche tante poesie e - annuncia Forte - ora abbiamo deciso di raccoglierle e farne una pubblicazione. Abbiamo già preso contatti con una casa editrice. La particolarità è che ai testi in italiano verrà affiancata anche la traduzione in inglese». Le attività che vengono realizzate sono accolte bene dai medici, in primis da Francesco Macrì, primario del servizio psichiatrico diagnosi e cura, che le indicano come parte integrante della terapia. Anche le famiglie dei pazienti non rimangono escluse.
«Non bisogna credere che i pazienti del reparto siano persone che hanno perso la ragione, anzi, sono persone normali spesso colpite da depressione e che vengono seguite qui secondo un percorso preciso - sottolinea il presidente Avo -. Le degenze non durano tano e sono molte le persone giovani». Giovani anche i volontari che prestano servizio instancabilmente.
«Le attività sono importanti per chi le svolge - afferma una volontaria - l'obiettivo è sconfiggere l'emarginazione; coinvolgere i pazienti in lavori che siano utili e farli sentire capaci di realizzare qualcosa, per non far pesar loro la degenza in ospedale. Anche per questo si è deciso di colorare le pareti del reparto: tutti i pazienti devono sentirsi considerati e stimati, bisogna riconoscere le loro potenzialità».
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