A Lecce sfida possibile tra ambiente e inclusione
Categoria: News Associazioni Lecce e provincia
Il progetto R.E.T.I. curato dall’associazione Culturambiente e finanziato dalla Fondazione con il Sud educa 100 bambini a gestire i rifiuti. Parte del compost sarà utilizzato per realizzare gadget

È possibile tutelare l’ambiente facendo inclusione? È quello che sta accadendo a Lecce dove il progetto R.E.T.I. – Rifiuti ed Ecologia per il Territorio e l’Inclusione mette assieme qualità dell’ambiente, educazione ambientale e inclusione sociale per persone con disagio mentale.
Il progetto è finanziato dalla Fondazione con il Sud e ideato e realizzato da 7 associazioni salentine coordinate da CulturAmbiente onlus. Protagonisti dell'iniziativa, 100 bambini dai 7 agli 11 di una scuola leccese chiamati a scoprire come si gestiscono i rifiuti, capirne le problematiche e realizzare modelli e azioni concrete di riutilizzo grazie agli interventi educativi ed esperienziali delle associazioni “Nuova Messapia”, OIPA Italia onlus - Organizzazione Internazionale Protezione Animali, AttentaMente, A.N.P.A.N.A. Associazione Nazionale Protezione Animali Natura Ambiente, EMS - Ente Modelli Sostenibili e A.S.T.S.M. - Associazione Salentina Tutela Salute Mentale e CulturAmbiente onlus, capofila della rete.
Partner del progetto, AXA, realtà che opera nel settore dei servizi di raccolta di raccolta dei rifiuti e bonifiche di siti inquinati. Un percorso educativo inedito, quindi, quello attivato con il progetto R.E.T.I., che mira alla promozione di buone prassi per la sostenibilità ambientale e l'inclusione di persone con disagio mentale. Parte del compost prodotto, infatti, sarà utilizzato per la realizzazione di gadget in collaborazione con 15 utenti dell’Associazione Salentina Tutela Salute Mentale di Lecce che collaboreranno anche alla cura e alla gestione del rifiuto umido. Strumento originale e unico in Puglia di questo speciale percorso all'insegna della valorizzazione del rifiuto, “Vera la Compostiera”, un macchinario per la trasformazione del rifiuto umido in prezioso compost utilizzato per concimare l'orto didattico curato dagli stessi bambini.
Grazie alle conoscenze acquisite attraverso una formazione mirata tenuta dai volontari coinvolti nel progetto, insegnanti e alunni possono conferire lo scarto della frazione organica prodotta nella mensa scolastica direttamente nella compostiera posizionata proprio all’interno della scuola. È previsto a fine progetto l'Ecoday, una giornata di festa all'insegna della tutela dell'ambiente durante la quale verranno presentati i primi risultati dell'iniziativa. Le attività di formazione sul campo del progetto R.E.T.I. puntano, inoltre, a sensibilizzare i “futuri cittadini” alla tutela dell'ambiente attraverso la diffusione di buone pratiche di riduzione e riutilizzo del rifiuto umido.
Durante i laboratori attivati a scuola, infatti, i bambini hanno imparato a costruire e utilizzare correttamente le compostiere domestiche, portandole nelle proprie case. La formazione in ambito ambientale, inoltre, è stata estesa anche ai docenti, coinvolti in un percorso formativo apposito. Nella Provincia di Lecce l'educazione alla riduzione dell’umido è una necessità: il 30-35 per cento dei totale dei rifiuti prodotti, infatti, è composto dalla frazione umida ma secondo i dati diffusi dalla Regione Puglia ne viene recuperato solo il 3 per cento e il resto finisce direttamente in discarica.
«Il problema dei rifiuti – commenta Roberto Paladini, presidente di CulturAmbiente onlus – non può essere risolto senza una precisa volontà politica. Nel territorio salentino la questione è ancora più problematica a causa della totale assenza di impianti di compostaggio». Ed è per questo motivo, che Paladini lancia un appello agli amministratori locali: «I Comuni dovrebbero guardare con attenzione a questo progetto che sposa l'educazione ambientale alla tecnologia delle compostiere collettive. Con queste macchine, infatti, l'umido potrebbe diventare utile compost da usare come fertilizzante con un cospicuo risparmio per le casse comunali che eviterebbero di pagare i costi di conferimento».
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