Solidarieta' al ministro Kyenge da Integra
Categoria: News Associazioni Lecce e provincia
La presidente dell'associazione Integra Onlus contro gli insulti verso il neo ministro all'Integrazione. "Adesso, però, bisogna iniziare a lavorare con impegno per riconoscere alcuni diritti".

«Solidali con il neo ministro all'Integrazione, le auguriamo buon lavoro». Anche la presidente dell'associazione Integra Onlus di Lecce, Klodiana Cuka esprime la sua indignazione nei confronti degli esponenti politici e di tutti coloro che nei giorni scorsi hanno offeso il ministro di origini congolesi. La scelta del premier Letta è stata contestada da alcuni esponenti politici, per primo Mario Borghezio europarlamentare esponente della Lega, che ha insultato apertamente la Kyenge. Atteggiamento poi isolato e condannato da tutto il mondo politico.
«Con la nomina di una donna di origini africane l'Italia ha scelto di cambiare, di tener conto delle tante persone che ormai vivono nella nostra nazione e sono parte integrante - afferma la presidente - ed ora è proprio il tempo di lavorare alacremente per raggiungere i tanti obiettivi a favore dei migranti». Di lavoro da fare ce n'è: dalle politiche sull'immigrazione al problema dei Cie, ad esempio.
«Poi c'è la questione dello "Ius soli" e il riconoscimento del mediatore culturale. Proprio per quest'ultimo ho mandato una lettera all'Onorevole Boldrini, presidente della Camera e ai due Onorevoli di origine immigrata, raccontando congiuntamente il nostro impegno in questi anni per il riconoscimento della figura del mediatore interculturale, raccontando l'exursus delle proposte della legge depositate alla camera dal 2010. Con forza riteniamo che la battaglia per il riconoscimento della figura del mediatore, vitale strumento per dare la dignità ai professionisti indispensabili nella società multiculturale italiana, è una battaglia altrettanto importante quanto quella sul voto».
Cécile Kyenge è medico oculista, da settembre 2010 è portavoce nazionale della rete Primo Marzo, impegnata a promuovere i diritti dei migranti e i diritti umani. È impegnata, collaborando con diversi enti e associazioni, in campagne nazionali sui diritti di cittadinanza. Non ama essere definita "di colore" e ne spiega il perchè: «Credo che non sia un’espressione giusta. O si dice di che colore ho la pelle oppure, meglio, si dice il mio paese di origine, o al limite che sono di origine straniera. Nel mio caso si dovrebbe dire italo-congolese. Rende di più la persona di cui si parla e soprattutto racchiude la doppia appartenenza, l’identità doppia».
«Mi auguro che il ministro per iniziare il suo lavoro voglia partire da tutto quello che è stato fatto finora dalle associazioni impegnate a favore dei migranti - continua la presidente Cuka - spero che prenda in considerazione lo sforzo fatto da realtà come la nostra che per anni è stata presente nelle perfierie italiane, e che tenga conto delle esperienze maturate dagli esperti sulla propria pelle. Penso che in Italia i tempi siano maturi per spingere verso l'integrazione. Finora i discorsi sono stati vani, perchè i migranti non portano voti, spero che la politica adesso cambi rotta, non si può più ignorare il popolo dei migranti».
Torna all'elenco delle notizie