Parlare civile
Categoria: Un libro a settimana
Al termine della terza edizione del seminario per i giornalisti tenutosi a Roma la scorsa settimana, si è avuta la presentazione del libro che porta il nome dello stesso seminario

"Parlare civile, comunicare senza discriminare".
Il testo molto importante per tutti coloro che operano nel mondo dell'informazione e si trovano ogni giorno alle prese con tematiche molto sensibili, per le quali bisogna adoperare una giusta terminologia al fine di non cadere nella discriminazione e nell'offesa. Le parole sono importanti e hanno un peso, saperle usare correttamente è alla base di una buona comunicazione. Così come spiegato nell'introduzione: "Le parole possono essere muri o ponti. Possono creare distanza o aiutare la comprensione dei problemi. Le stesse paroleusate in contesti diversi possono essere appropriate, confondere o addirittura offendere. Le persone disabili possono chiamarsi tra loro handicappati, tra i Rom si sente usare zingari, leassistenti familiari si identificano come badanti, i venditori ambulanti stranieri si dicono l’un l’altro vu’ cumprà ecc".
Molto spesso per fretta o per superficialità si commettono errori pesanti. Si continua a leggere nell'introduzione: "Questo libro mette insieme inchiesta giornalistica, sociale e linguistica, approfondendo i principali temi a rischio discriminazione e il linguaggio per parlarne. È il primo tentativo di questo genere in Italia, dove il dibattito sui termini più adeguati per rispettare la dignità delle persone è ancora arretrato rispetto al resto d’Europa".
Per la composizione del testo sono state individuate otto aree per le quali spesso si commettono errori di discriminazione (tra l'altro sono riportati alcuni esempi, omettendo autore o testata): disabilità, genere e orientamento sessuale, immigrazione, povertà ed emarginazione, prostituzione e tratta, religioni, Rom e Sinti, salute mentale.
Il libro è stato realizzato a cura di Redattore Sociale (Bruno Mondadori, 2013), in collaborazione con Associazione Parsec, con il sostegno di Open Society Foundations.
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