"Non si criminalizzino i mendicanti!"
Categoria: News Associazioni Lecce e provincia
E' l'appello del rappresentante della Rete antirazzista di Lecce che interviene sulla proposta di alcuni cittadini leccesi di raccogliere le firme per tutelarsi dai questuanti. "Prima della guerra, si cerchi il confronto"

«Prima di dichiarare guerra, è sempre meglio cercare il dialogo con tutti i soggetti coinvolti, per capire le cause e trovare delle soluzioni condivise»- questo il commento di Antonio Ciniero della Rete antirazzista Lecce alla notizia pubblicata su un quotidiano che vede un gruppo di cittadini leccesi impegnati a raccogliere le firme per far intervenire le istituzioni e le forze dell'ordine contro i mendicanti.
I residenti, così come i lavoratori e in genere i frequestatori di piazza Partigiani a Lecce sono infastiditi e preoccupati della presenza "costante e invadente di mendicanti (soprattutto Rom) ogni giorno, a tutte le ore del giorno" - come si legge nell'articolo. I cittadini hanno paura che la situazione possa degenerare e che possano verificarsi episodi di violenza, così come è avvenuto nei giorni scorsi all’incrocio tra via Duca degli Abruzzi e viale Gallipoli, dove un nigeriano è stato arrestato dopo che aveva chiesto l’elemosina in maniera pressante,e stando a quanto riportato dal quotidiano "provocatoriae violenta". Proprio in piazza Partigiani, poi, un'anziana donna stava per essere derubata. Per questo si sta predisponendo una raccolta di firme, propedeutica ad un esposto, per chiedere a tutte le autorità chehanno competenza in materia di intervenire per riportare sicurezza".
Comprende la posizione dei cittadini, Ciniero che afferma: «Reazioni così avengono ogni volta che ci sono rom sul quartiere». Il discorso è molto più amplio e complesso di quello che sembra, spiega poi, perhè entrano in gioco culture diverse, situazioni particolari e vuoti, in campo sociale, da colmare.
«Ci sono diverse ordinanze contro il fenomeno, adottate da sindaci bipartisan, ma hanno tutte lo stesso obiettivo: criminalizzare il mendicante, punirlo. Accentuando così il pregiudizio e aumentando la distanza tra chi chiede e chi dona - afferma Ciniero - nessuno cerca invece di prevenire il problema. E si potrebbe fare cercando di inquadrare il problema, capire l'origine e sapere come vivono queste persone, quali sono le loro condizioni abitative, come stanno i minori, insomma, ci vorrebbe un approccio inclusivo».
L'esperto, non fa del mendicare una questione legata alla nazionalità, e fa riferimento alla situazione economica attuale, che spinge anche le stesse famiglie italiane a chiedereaiuto. La Caritas ne è testimone. «I dati Istat danno una fotografia piuttosto allarmante, 6 famiglie su dieci sono sotto la soglia della povertà e non ci sono politiche sociali forti, la parola in voga è austerity».
«Se qulacuno va a chidere l'elemosina - continua - è un problema sociale e le istituzioni lo criminalizzzano. Così facendo si creano i pregiudizi: perchè nella cultura italiana, in quella occidentale in generale, un mendicante è visto come una persona senza dignità. Ecco perchè gli operatori della Caritas cercano di preservare in ogni modo l'anonimato. Ma è solo un problema di percezione dell'atto, il donare e ricevere deve essere anonimo, in caso contrario chi chiede indispone chi da». Ciniero affronta la questione anche facendo riferimenti storici, affermando che la figura del mendicante c'è sempre stata ma che dopo la rivoluzione industriale c'è stato un drastico cambiamento: dalla lotta alla povertà siè passati alla lotta al povero.
«Torno a dire che il problema va affrontato in modo diverso e il fatto che ci siano dei cittadini pronti a raccogliere le firme è la tara di quello che è lo sfilacciamento sociale. E dispiace sapere che nella percezione comune i Rom fanno la parte dei più pericolosi. Prima di intraprendere qualsiasi azione è sempre meglio parlare: cittadini e istituzioni devono incontrarsi, confrontarsi e affrontare insieme la situazione. Nessuno ha risposte efficaci e preconfezionate».
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