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Malsanita' al Fazzi, primario respinge le accuse dell'Aeeos

Data: 26/03/2013
Categoria: News Associazioni Lecce e provincia

L'attesa di un paziente per dodici ore nel pronto soccorso per D'Arpe, presidente dell'associazione, è dimostrazione dell'ennesimo episodio di malsanità. Pronta la replica del primario Fracella

Botta e risposta tra il presidente dell'associazione Aeeos (associazione europea ed extraeuropea operatorispecializzati) Lucio D'Arpe e il primario del Pronto soccorso del Vito Fazzi, Silvano Fracella.

Motivo scatenante l'attesa di un paziente nei corridoi del Pronto soccorso per 12 ore. Arrivato intorno alle 10,30 per un blocco renale, il paziente avrebbe atteso su una barella, fino alle 22,30, quando ha trovato un posto letto in reparto. Durante le 12 ore, comunque ha ricevuto le cure del caso: sono state somministrate due flebo con i sali minerali e sono state effettuate le analisi.
Il presidente D’Arpe non usa mezzi termini e parla di «malasanità». «Basta, il dono della salute non si devemisurare con il contenimento della spesa o con il Piano di rientro, sempre sulla pelle delle persone, senza darerisposte ai bisogni sanitari della gente».

D'Arpe affida le sue parole di critica ad una lettera indirizzata alle istituzioni, Regione, Provincia, Comune di Lecce, Asl, e ai dirigenti dell'ospedale "Vito Fazzi": «Invito a stare poche ore nel Pronto soccorso del "Fazzi", dove arrivano malati anche dalla provincia di Taranto. E' importante ascoltare le persone che si lamentano, vedere gli operatori che sida nno da fare concompetenza e con le poche forze a loro disposizione...il caos indefinito. D'altronde, cosa si poteva aspettare: chiudo qui e qui, taglio e taglio, e poi?». D'Arpe polemizza sui tagli nel settore sanità e riporta le parole confidate "con amarezza" da un operatore: «L'ospedale Fazzi è come una nave che sta andando alla deriva e sta arruginendo». I

l presidente Aeeos chiede a chi giova tutto questo e si appella all'assessore regionale alla Sanità, Elena Gentile, affinchè riporti la "barca in porto, tra onde e squali". 
Pronta la reazione del primario Fracella che ha dichiarato come: «Ogni giorno siamo costretti ad extralocare (ossia a ricoverare presso altri reparti) dai 9 ai 12 pazienti. Non c’è niente di eccezionale,è una situazione del tutto normale. In attesa di un posto letto, questi pazienti da noi seguono tutto l’iter diagnostico, anche più velocemente rispetto al reparto. Può accadere che in 12 ore facciano tutti gli esami che nel reparto farebbero in 7 giorni. Perché intantodobbiamo studiarlo e capire cosa ha».E nella risposta chiede anche un confronto con il presidente D’Arpe: «Se mi vuole contattare possiamovedere insieme se dietro l’attesa di 12 ore che egli denuncia ci sia stato un colpevole abbandono oppure il paziente è stato seguito e curato».

E conclude il primario: «Al Pronto soccorso non è più bravo chi ha il ricovero facile. Qui si fa diagnosi e assistenza. Questo percorso è finalizzato a decidere se ricoverare o dimettere. E’ vero, ci sono difficoltà per i posti letto. Abbiamo affrontato il problema con la direzione sanitaria e abbiamo concordato che quando manca il postoletto questi pazienti verranno “appoggiati” nei reparti di Oculistica, Dermatologia, Otorino Endocrinologia e Chirurgia plastica». E così è statofatto.



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