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Conoscere l'endometriosi

Data: 08/03/2013
Categoria: News Associazioni Lecce e provincia

Nella settimana europea della consapevolezza della malattia, a Racale, le volontarie Ape (associazione progetto endometriosi onlus) hanno allestito un banchetto informativo

L'Italia celebra la settimana europea della consapevolezza dell’endometriosi dal 4 al 10 marzo. Racale è l’unico paese in provincia di Lecce che sostiene l’iniziativa, grazie all’impegno della promotrice Silvia Olive, volontaria Ape (associazione progetto endometriosi, onlus attiva in Italia), che insieme ad altre colleghe ha allestito uno spazio informativo all’interno del supermercato Sisa Gaetani, venerdì e sabato dalle 9 alle 12 e dalle 16 alle 20, per distribuire materiale informativo e rendersi disponibili ad eventuali domande sulla malattia, ancora troppo poco conosciuta e diagnosticata.
Le donne affette da endometriosi in Italia sono 3 milioni, 1 donna su 8 in età fertile! 14 milioni in Europa, 150 milioni di donne nel mondo.

«L'endometriosi è una malattia cronica e complessa, originata dalla presenza anomala del tessuto che riveste la parete interna dell’utero, l’endometrio, in altri organi provocando sanguinamenti interni, infiammazioni croniche e tessuto cicatriziale, aderenze ed infertilità – spiega la dottoressa Olive -. Ogni mese, sotto gli effetti degli ormoni del ciclo mestruale, il tessuto endometriale impiantato in sede anomala va incontro a sanguinamento, nello stesso modo in cui si verifica a carico dell'endometrio normalmente presente in utero. Il sanguinamento comporta un'irritazione dei tessuti circostanti, la quale dà luogo a formazione di tessuto cicatriziale e aderenze. Una diagnosi tempestiva è fondamentale affinché l’endometriosi non possa provocare danni importanti a carico di organi vitali ad esempio reni, intestino, vescica».

Una malattia subdola, i sintomi, infatti, non sono riconosciuti subito, anzi, vengono scambiati per normali disturbi del ciclo. «Si provano dolori durante il ciclo; i rapporti sessuali; lombari cronici ed inspiegati, sciatalgia presente durante la fase mestruale, stanchezza cronica potrebbero essere tutti sintomi legati a questa patologia – continua la dottoressa -. Informare in questo caso è prevenire, perché per una malattia di cui al momento non si conoscono le cause e per la quale non c’è una cura risolutiva, l’unico modo di prevenire le possibili complicanze, è intervenire in tempo». 

L’Istituto Superiore di Sanità ha promosso uno studio clinico per verificare eventuali correlazioni tra inquinamento e endometriosi. Nel sangue delle donne affette è stata trovata diossina, policlorobifenili (PCB) e polibromodifenileteri (PBDE). Diretta conseguenza dell’endometriosi è l’infertilità. Le donne che presentano la diagnosi, spesso sono costrette a pesanti cure ormonali e a cicli di fecondazione assistita. Così un comitato di cittadini, Taranto Lider, ha deciso di raccogliere le firme necessarie per un esposto in Procura, per sollecitare un proseguimento delle indagini epidemiologiche e fare chiarezza sul problema.

«La scelta di far ricadere la settimana dedicata alla consapevolezza dell’endometriosi, istituita nel 2005 dall’Eea, European endometriosis alliance, proprio nella settimana in cui si festeggia la festa della donna non è casuale: anche una malattia cronica, dolorosa e invalidante ancora non riconosciuta è violenza sulle donne – continua la dottoressa -. Sono richiesti ancora dai 7 ai 9 anni per diagnosticarla a causa di una conoscenza ancora troppo inadeguata e poco approfondita della malattia, anche da parte del personale sanitario o da una marcata superficialità a livello diagnostico. Ne sono affette in Italia circa 3000 donne, ma non riconoscendola pare non esista».



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