Nessun commissario per chiudere gli Opg
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Il 31 marzo prossimo dovrebbero chiudere i sei ospedali psichiatrici giudiziari, comunemente chiamati manicomi criminali. Il Comitato StopOpg contro l'istituzione dei commissari

A meno da un mese dalla chiusura dei sei ospedali psichiatrici giudiziari in Italia, data fissata per il 31 marzo, l'associazione StopOpg dopo un incontro ha rigettato l'idea di chiudere le strutture affidandosi ad un commissario, così come proposto dalla commissione al senato.
Giovanna Del Giudice, portavoce del Forum Salute Mentale, gruppo aderente al Comitato ha spiegato che: «Gli opg non si chiudono con i commissari, così come i manicomi. Auspichiamo una task force che segua, accompagni e indirizzi il processo di chiusura. Una task force che potrebbe ad esempio dare conto e valorizzare le esperienze che già esistono». La situazione politica non permetterebbe un alternativa e comunque anche le regioni sono in forte ritardo ad accogliere nei dipartimenti di salute mentale i pazienti degli opg.
«I Dsm sono in una situazione di grande indebolimento culturale e di risorse - ha affermato Del Giudice -: un tema che non può non essere posto all'attenzione delle Regioni in una fase delicata come questa».
Per la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari (6 in Italia, comunemente chiamati “manicomi criminali”, che ospitano 1.500 persone, di cui almeno 350 immediatamente dimettibili) erano stati previsti dei fondi pari a 180 milioni di euro, ma ne sono stati elargiti solo poco più di 173. E chiude la Del Giudice: «Negli opg ci sono moltissime persone che sono lì contro la legge. Se tutte le persone non pià ritenute socialmente pericolose fossero già state fatte passare sui dipartimenti di salute mentale, avremmo già chiuso l'equivalente di quattro opg su sei».
Il Comitato StopOpg chiede una strutturazione seria che sia capace di costrire comunità accoglienti e servizi adeguati.
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