Una storia di solidarieta'
Categoria: News Associazioni Lecce e provincia
Una bambina marocchina affetta da cardiopatia congenita viene ricoverata nell'ospedale pediatrico Giovanni XXIII a Bari: l'associazione Sara di Copertino ha dato supporto alla famiglia

La solidarietà rompe i confini geografici per aiutare i bambini in difficoltà. E' quanto è successo nell'ospedale pediatrico Giovanni XXIII a Bari grazie al supporto dell'associazione Sara di Copertino. Nei giorni scorsi è stata diagnosticata ad una piccola bambina immigrata una cardiopatia congenita sulla quale si è subito intervenuti chirurgicamente. L'associazione si è messa a disposizione della famiglia per rendere meno difficile la permanenza nel territorio regionale. La bimba sta bene ed è rientrata nel suo paese di origine.
«Per noi è stata una splendida giornata - afferma entusiasta Massimo Severino, responsabile dell'associazione Sara -. Una famiglia di extracomunitari è di passaggio nella nostra regione; la bimba di sei anni si sente poco bene, viene portata al pronto soccorso dell’Ospedale pediatrico Giovanni XXIII di Bari: le viene diagnosticata una cardiopatia congenita. Consultati i direttori di cardiologia e cardiochirurgia pediatrica alla bimba nei giorni a seguire le viene effettuato un intervento risolutivo al cuore».
Intanto si mette in moto la macchina della solidarietà. «All’interno dell’ospedaletto (così è chiamato affettuosamente l’ospedale pediatrico) i dottori della cardiologia, gli infermieri, i volontari fanno in modo che ai genitori della piccola diventi meno “pesante” la degenza - continua a raccontare Severino -. Il post operatorio è positivo la piccola Imane è dimessa e la famiglia rientra in Marocco».
E Severino conclude il racconto: «Questi sono i reparti di “eccellenza” nei quali l’associazione “Sara” onlus famiglie bambini cardiopatici di Copertino (Le) ha sempre creduto e che ha sostenuto. La nostra speranza è che i casi di bambini con patologie cardiache siano trattati con successo nella nostra amata Puglia riducendo i “viaggi della speranza”che inducono molti conterranei a lunghi ed estenuanti spostamenti verso gli ospedali del nod-Italia, ritenuti (a torto) più efficienti e attrezzati».
Seguono poi i ringraziamenti dell'associazione al direttore generale dottor Dattoli, i dottori Ugo Vairo e Paolo Annecchino per la loro disponibilità, e un ringraziamento particolare va alle associazioni di volontariato Bethesda e Vincenziane per la solidarietà; la signora Annalisa Riefolo El Moudden per la traduzione dall’arabo all’Italiano.
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