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Generazione Ilva

Data: 18/02/2013
Categoria: Un libro a settimana

Il giornalista Tonio Attino descrive con onestà intellettuale la storia dell'industria che ha dato lavoro a Taranto e al suo territorio ma allo stesso tempo ha tolto tutto il resto

Per mesi le vicende dell'Ilva di Taranto sono state seguite da tutti i media. Articoli e intere trasmissioni sono state dedicate all'azienda che da un lato ha portato lavoro e dall'altro ha tolto tutto il resto. 

Ora che l'argomento è passato in secondo piano, lasciando il posto alla politica, c'è un libro che ne racconta la storia, descrivendo le vicende così come si sono susseguite.  L'autore è Tonio Attino, giornalista che durante le resentazioni del libro non risparmia critiche a chi poteva dare l'allarme prima e che invecehapreferio non prendersi nessuna responsabilità. E si rivolge ai sindacati, alla classe imprenditoriale che non si è avoluta, non riuscendo a trovare forme alternative di sviluppo economico e cita anche i giornalisti che hanno trascurato spesso le lamentele degli ambientalisti. 
 

Ecco un brano del libro."C’erano i pescatori, i contadini, i pastori. Poi arrivò l’industria. Sradicò masserie e migliaia di ulivi sostituendoli con duecento ciminiere e con l’acciaieria più grande d’Europa. Negli anni Sessanta una città povera del Sud italiano divenne la più ricca di tutte grazie alla fabbrica dello Stato: l’Italsider. Richiamò americani e giapponesi, accolse trentamila lavoratori. Fu una rivoluzione. Cinquantadue anni dopo, Emilio Riva, l’imprenditore cui lo Stato ha consegnato la fabbrica nel 1995, è accusato dalla magistratura di disastro ambientale. Lo stabilimento in cui si produce un terzo dell’acciaio italiano è finito sotto sequestro e l’Ilva – la vecchia Italsider – non è più un sogno: uccide. Taranto è ripiombata nella disperazione, come se una macchina del tempo l’avesse riportata indietro di mezzo secolo. Ecco la storia di uno scandalo, di un fallimento, di una generazione illusa dall’età dell’acciaio. E di un Sud occupato e sfruttato in cui centinaia di migliaia di persone hanno osservato senza muovere un dito uno stravolgimento gigantesco. Eppure era tutto bellissimo. «Sembra di stare ai tropici» sussurrò Walter Tobagi quando, per un istante, volse la schiena alle ciminiere e guardò il mare". 

Tonio Attino, giornalista, ha lavorato per "Quotidiano di Taranto", Lecce e Brindisi, per "La Stampa" di Torino, collaborato con diverse testate tra cui la Rai, "L’Indipendente", "Mf", "Capitale Sud" e ha insegnato diritto dell’informazione al master di giornalismo dell’università di Bari. Attualmente lavora al "Corriere del Mezzogiorno".

 


Editore: Besa Editrice

Collana: Nadir 1

Pagine: 196



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