Immigrati a Rossano: non basta la vergogna...
Categoria: News CSV Salento
Il 25 novembre sei braccianti immigrati hanno perso la vita a Rossano mentre attraversavano la ferrovia e le agenzie funebri si sono comportate come avvoltoi. Secondo Luigi Russo occorre disintegrare il mostro dell'odio che alimenta la barbarie

Non basta neppure la vergogna. Quanto è successo l’altra sera a Rossano, dopo la morte dei sei braccianti immigrati investiti a un passaggio a livello, dimostra che una parte del popolo italiano ha abdicato dall’appartenenza alla specie umana, e ha deciso di inserirsi atrocemente nella dimensione del cinismo e della barbarie: i titolari delle imprese di pompe funebri sono arrivati come avvoltoi sul luogo della strage e hanno cominciato a litigare per accaparrarsi i cadaveri, i pezzi di organi e arti sparsi per le campagne, davanti agli occhi esterrefatti dei parenti delle vittime, che gridavano disperati ”vergognatevi, vergognatevi, non sono animali sono persone, fate tutto per i soldi”. Questo e' il frutto di tanti anni di “rivoluzione culturale” alla rovescia, in cui importanti forze politiche e culturali, e perfino media compiacenti, hanno affermato il tema dell’immigrazione come insidia, e dell’immigrato “meno che uomo” assimilando queste persone in cerca di vita e di futuro alla formula assurda del “clandestino” da allontanare o eliminare. Ora che il mostro e' entrato dentro la carne viva della gente comune, difficilissimo è debellarlo. Noi volontari sentiamo oggi l’urgenza di ricostruire un tessuto culturale aperto all’accoglienza, e che demolisca infine la matrice dell’odio che è stata ampiamente seminata da folli dirigenti politici per aumentare il consenso politico e gli affari. C’è molto da lavorare. Ma questa è una emergenza, come un terremoto, come la peste, come l'Aids e dobbiamo rispondere con energia, per non venire tutti assoribiti nella morte sociale.
Luigi Russo, Presidente CSV Salento
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