Sanatoria 2012, ecco i dati a Lecce
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Lo scorso 15 ottobre è scaduto il termine per la presentazione delle domande di regolarizzazione per i lavoratori stranieri. Le richieste totali sono 134.576, molte meno rispetto a quelle previste

A Lecce le domande per la regolarizzazione dei lavoratori migranti sono state in tutto 603. La sanatoria è stata chiusa lo scorso 15 ottobre e sono già stati resi pubblici i dati di riferimento. Secondo un primo bilancio, la maggior parte delle domande presentate riguarda colf, badanti e baby sitter. Gli stranieri provengono per la maggior parte dal Bangladesh (15.770), segiuto dal Marocco (15.600), India (13.286), Ucraina (13.148) e Pakistan (11.728). Milano è la provincia che ha raccolto più domande di regolarizzazione. Come si prevedeva, le richieste sono partite in sordina e sono aumentate nei giorni in prossimità del termine di presentazione. In totale, le domande sono 134.576, in meno rispetto alle previsioni che stimavano sulle centocinquantamila.
Dal report del Viminale si nota che le aziende hanno presentato appena 18.607 domande, al contrario, sono molte di più per i lavori domestici che arrivano a 15.969. Il risultato fa supporre ad una scappatoia utilizzata dei datori di lavoro che per risparmiare probabilmente avranno preferito compilare la più economica domanda per i lavori domestici, per poi firmare un contratto di lavoro in un altro settore. Lecce conferma l'andamento: su un totale di 603 domande pervenute, 552 sono relative ai lavori domestici, mentre solo 51 ai lavori subordinati.
Intanto sono iniziate le verifiche delle domande, per le quali mancano ancora i versamenti di contributi e tasse arretrati.
Il dato sulle regolarizzazioni è stato commentato dal ministro per la Cooperazione internazionale e l’Integrazione, Andrea Riccardi. «Molto più della metà delle 135mila domande di regolarizzazione sono state fatte dalle famiglie, oltre il 60% direi. Le famiglie sono state virtuose nella regolarizzazione dei migranti - afferma il ministro che giudica il dato positivo - perché ha riguardato 135mila persone e chi ha giocato il ruolo principale sono state proprio le famiglie, responsabili e disponibili a pagare la tassa di 1.000 euro per gli stranieri».
«Ne sono stato molto contento. Sapevo che c’erano situazioni di illegalità ma spesso erano dovute a ingenuità, magari riferite ad anziani che avevano badanti, e andavano aiutate a mettersi a norma - e continua il ministro, aggiungendo - le vere grandi situazioni di illegalità, penso al caporalato nel mondo agricolo ad esempio, si tengono ben lontane dalla regolarizzazione e quindi ora andranno incontro ai rigori della legge che è stata indurita dal recepimento del provvedimento europeo, abbiamo dato direttive che si intervenga in maniera dura».
E conclude: «Solleciterò maggiori controlli contro questa Italia che pascola nell’illegalità, che non paga le tasse e non mette in regola gli immigrati ma neanche i nostri giovani. Il lavoro nero è una piaga. La legge va applicata con durezza».
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