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La fabbrica delle malattie

Data: 15/10/2012
Categoria: Un libro a settimana

Ecco come le multinazionali cercano di ammalare i nostri figli 

In Italia sono sempre di più i bambini e gli adolescenti che fanno uso di psicofarmaci: tranquillanti, antidepressivi e antipsicotici che vengono prescritti anche quando non sarebbero necessari. E in alcuni casi si tratta di prodotti non testati sui più piccoli, con effetti collaterali pesantissimi e pericolosi.

Da un rapporto Arno-bambini 2011, consorzio interuniversitario Cineca, si è notato che oltre 57mila bambini italiani sono in cura con psicofarmaci, nello specifico: 24.640 con antidepressivi e 7.100 con antipsicotici. Da un’indagine condotta da Telefono Azzurro ed Eurispes, invece, si è registrato che tra gli studenti delle scuole superiori il 18,6% dichiara di assumere tranquillanti e il 14.7% di far uso regolare di antidepressivi.

Per le multinazionali che li producono è un business miliardario, ma qual è il vero prezzo che pagano i nostri figli?
Oggi si diagnosticano con molta facilità sia la “sindrome da iperattività” (ADHD, acronimo per l’inglese Attention Deficit Hyperactivity Disorder) nei bambini definiti come “difficili”, impulsivi e con deficit di attenzione, sia la depressione in età adolescenziale. Entrambe le patologie sono difficili da riconoscere. Con altrettanta facilità si prescrivono farmaci che per di più in alcuni casi non sono neppure stati testati sui più piccoli.

Il dramma è che oltre agli effetti collaterali conosciuti (l’alterazione del ciclo sonno/veglia, perdita di peso, tic nervosi e problemi epatici) nessuno informa sulle altre conseguenze che potrebbero verificarsi, magari più pesanti e pericolose, imprevedibili e che potrebbero manifestarsi anche nel lungo periodo.



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