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Tra il dire e il welfare

Data: 03/10/2012
Categoria: Un libro a settimana

Un libro che spiega i tagli e disegna il futuro del welfare state e racconta attraverso storie inedite buone prassi responsabili e locali

“Non ce lo possiamo più permettere”, è il mantra che ripetono da anni gli addetti ai lavori: lo Stato sociale è da smantellare, perché mancano i soldi. Nessuno però ci spiega con chiarezza quanto costa davvero, come funziona e quali tagli sta subendo il welfare.Il nuovo volume di Francesca Paini e Giulio Sensi, "Tra il dire e il welfare" (edito da Altraeconomia), da poco in libreria, avvicina con semplicità il lettore al sistema di welfare italiano - in primis locale - e scopre che “tra il dire e il welfare” esistono buone prassi che vedono insieme protagonisti enti pubblici, aziende, mondo no profit e i cittadini stessi.

Giulio Sensi è giornalista e direttore della rivista Volontariato Oggi. Cura la comunicazione della Fondazione Volontariato e Partecipazione e scrive per Altreconomia. Ha collaborato con organizzazioni non governative, riviste e realtà del non profit.
Francesca Paini è consigliere regionale di Federsolidarietà Lombardia. Da anni si occupa di cooperazione e di welfare. È presidente della cooperativa Altra Economia e autrice, con Carlo Borzaga, del libro “Buon lavoro”.
Il testo descrive con i numeri essenziali, esempi e testimonianze, lo stato dell'arte del Welfare State in Italia, concentrandosi proprio sul settore più trascurato dallo Stato e dove i tagli hanno effetti più drammatici, il welfare sociale, ovvero l'insieme di servizi o di prestazioni monetarie erogati, per alleviare, rimuovere o prevenire condizioni di fragilità, disagio o mancanza di autonomia.
Come funziona il welfare in Italia e quali prestazioni garantisce? Quali parti "costano" di più e pesano sul bilancio dello Stato e sui contribuenti? Che cosa viene davvero tagliato e che cosa no? "Tra il dire e il welfare" prova a rispondere a queste domande e fa piazza pulita dei luoghi comuni sul tema.Nel capitolo dedicato al "welfare che non ti aspetti" si scopre ad esempio che in Italia la spesa pubblica per l'assistenza nel campo delle non autosufficienze, della famiglia e maternità e della povertà è nettamente inferiore rispetto alla media europea e alle altre voci di spesa delle politiche di welfare. Per queste voci la spesa italiana rappresenta infatti solo lo 0,4% del Prodotto interno lordo, a fronte del 26,6% circa dedicato alla spesa pensionistica e quella sanitaria.
Che cosa succederà? Vivremo in un vero e proprio welfare west, dove sopravvivono i più forti o i più abbienti? E soprattutto quali strumenti abbiamo per cambiare la situazione? La prima risposta a tale quesito in un’intervista - nel cuore del libro - al sociologo Cristiano Gori, che sottolinea l’importanza dei Livelli essenziali di assistenza dovuti a tutti e riassume in una frase il drammatico momento del Paese: “In quest’ultima fase, segnata dal contemporaneo verificarsi di crescita di bisogni e drastici tagli a un sistema di risposte già esile, è diventato veramente chiaro a cosa servirebbero: garantire i diritti dei cittadini e tutelare l’esistenza di un sistema di welfare sociale finanziato dal pubblico”.


Ma una volta chiarito che sui diritti non si transige, “Tra il dire e il welfare” mostra una strada diversa e inedita. Il libro racconta infatti storie inedite di welfare responsabile e quotidiano, che non guarda alla singola prestazione ma al benessere di tutta la società. Una “cura” che possiamo definire “welfare di relazione”, i cui protagonisti sono i Comuni - primi attori del “welfare locale”-, le aziende - che recitano una parte importante anche se non sono i deus ex machina -, il Terzo settore - non solo importante controfigura del pubblico, ma eroe dei più deboli -, e i cittadini - per nulla comparse, anzi spesso in primo piano .“Tra il dire e il welfare” ci sono insomma idee e buone pratiche che possono aiutare a estendere le protezioni del welfare e a rendere più equa la società, dal ristorante sociale al mutuo soccorso, dal microcredito alle cooperative antimafia. Un welfare solidale reso possibile dall’impegno di pubblico e società civile, richiamato nel suo intervento da don Giacomo Panizza, anima di Progetto Sud: “Questa è la bellezza di essere cittadini e cittadine, di rinnovarsi come persone che vivono a testa alta, di dare un nuovo senso e una nuova organizzazione alla vita”.
Molto utile e interessante è infine il glossario delle diverse definizioni e forme di welfare, da "welfare aziendale" a "welfare mix".

In allegato:

- l'Indice

- Il welfare che non ti aspetti: 10 LUOGHI COMUNI SUL WELFARE



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