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"Uscire dall'ottica dell'emergenza"

Data: 27/08/2012
Categoria: News Regione Puglia

È l'appello della Garante dei minori della Puglia al Governo italiano, per i minori stranieri non accompagnati. In Puglia nel solo 2011 sono arrivati 765 ragazzi soli, via mare

In Puglia nel solo 2011 sono giunti via mare, dalla Grecia e dall’Egitto, 765 ragazzi soli. A loro si sono aggiunti i minori trasferiti da Lampedusa o dalla Sicilia, in molti casi giunti nei Cara o nei Cie e identificati erroneamente come maggiorenni e i minori rintracciati sul territorio, per un totale di circa 1200 transitati nelle comunità pugliesi. Un dato che in un solo anno fa gridare all'allarme la Garante dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza pugliese Rosangela Paparella, non solo per la penuria di strutture che in Puglia possono accogliere i minori, ma soprattutto perchè non è più rimandabile un'azione concertata e seria tra le istituzioni interessate alla questione. “Sarebbe un errore gravissimo, nonché segnale di scarsa lungimiranza – dichiara la Garante - trascurare che questi ragazzi siano titolari di diritti e componenti a tutti gli effetti della nostra società. E che rischiano di scivolare in una zona di invisibilità e di marginalizzazione che riguarda tutti, e riguarda lo stato di civiltà e benessere della nostra regione”. Una questione che qualche giorno fa era stata lanciata dall'assessore alle politiche di Welfare della città di Bari Ludovico Abaticchio che ribadiva la necessità di non far ricadere tutto sulle spalle degli enti locali: “È improcrastinabile un’azione concertata tra le istituzioni locali e le Prefetture, perché il Governo sia sollecitato a dare risposte certe, rapide e in grado di superare la logica dell’emergenza e della delega totale agli enti locali, riguardo al sistema di accoglienza dei minori stranieri non accompagnati. Sono le Convenzioni internazionali sottoscritte dallo Stato italiano, a vincolarci nei loro confronti. La tutela dei loro diritti, il diritto alla protezione, il diritto allo sviluppo, il diritto alla partecipazione e all’inclusione sociale, è un nostro preciso obbligo”.

Intanto il lavoro dell'Ufficio regionale del Garante sta lavorando in Puglia per qualificare l'offerta dei servizi, rafforzando la formazione del personale già impegnato nella tutela e nel sostegno alla crescita dei piccoli. Ma non basta. Occorre stringere le forze e trovare nuove sinergie interistituzionali capaci di fornire risposte sistemiche alla questione: “affrontare il fenomeno in maniera emergenziale – conclude Rosi Papaparella – vanifica i tentativi di mettere a punto buone pratiche di accoglienza sia da parte di alcune amministrazioni comunali, sia da parte delle organizzazioni che gestiscono le comunità”.

 



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