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Il Terzo settore pugliese, fronte unico nella costruzione delle politiche di sviluppo

Data: 18/07/2012
Categoria: News CSV Salento

Alla presenza di Regione, Anci, Upi, il Terzo settore pugliese, compatto e unito propone con forza il tema della rappresentatività politica nella costruzione di nuovi modelli di sviluppo

Un esercito di 100mila  volontari, oltre 2000 associazioni di volontariato, centinaia di imprese sociali migliaia di addetti, per un valore di 600 milioni di “fatturato” economico-sociale, prodotto dal solo volontariato in Puglia. I dati sono della ricerca regionale del CSV Puglianet e dicono forte alle istituzioni che questo mondo esige di essere rappresentato unitariamente.

A sottolinearlo sono Gianluca Budano, portavoce del Forum del Terzo Settore Puglia e Luigi Russo del Coordinamento regionale dei Centri di servizio al volontariato pugliesi (CSV Puglia Net), all'indomani dell'assemblea regionale del Terzo settore pugliese (Bari, 16 luglio) che ha ribadito con forza la necessità, che va consolidandosi in Puglia, di una rappresentanza unitaria. È questa la più grande conquista di anni di lavoro sulle tante identità del Terzo Settore pugliese e che nell'assemblea dello scorso 16 luglio sono risultate all'evidenza di tutti. Per la prima volta, a sedere allo stesso tavolo c'erano il Forum Terzo Settore, i Centri Servizi al Volontariato, l'Osservatorio Regionale del Volontariato, grandi e piccole organizzazioni del Terzo settore Pugliese, unitamente ad Anci, Upi , Comune di Bari e Regione Puglia.

“Una compattezza, rimarca Gianfranco Budano, portavoce regionale del Forum Terzo Settore, che diviene soggetto politico che si candida a costruire le politiche e non solo a gestire servizi. Miti e umili nel rendere servizi, funzionali alle istituzioni, ma da oggi portatori di proposte politiche. Di fatto è iniziata per la Puglia una nuova stagione. Questa la Puglia da emulare”.

“Spesso i volontari – sottolinea Luigi Russo, presidente regionale di CSV Puglia Net – sono quelli che interpretano i bisogni che le istituzioni non riescono ad intercettare, sono quelli che in frontiera soccorrono e aiutano, anche quando le istituzioni fanno fatica. Ora è il tempo di fare un salto ulteriore per le organizzazioni ma anche per le istituzioni: per rispondere in maniera adeguata alla crisi e alle innumerevoli fratture che essa reca con sé, occorre innanzitutto dare corpo e struttura a quel principio costituzionale di sussidiarietà che reclama la necessità non solo della partecipazione dei cittadini alla vita politica, ma alla costruzione di politiche inclusive a partire dalla voce di tutti, delle istituzioni, come dei volontari, dei semplici cittadini. Questo – ha ribadito Russo – non significa chiedere alla parte politica di sottrarsi alle responsabilità a cui è chiamato, significa piuttosto dare un'anima vera alla democrazia partecipativa, dando rappresentatività politica al volontariato. Questa rappresentanza oggi è centrale. In questa particolare fase del nostro paese, nella quale si intrecciano la crisi economica-finanziaria e la crisi etica e di valori, al volontariato – come indica esplicitamente il documento preparatorio dell’Assemblea Nazionale del volontariato di ottobre 2012 – si richiede – ricorda ancora Russo - di candidarsi nei territori, oltre e a prescindere dalle dinamica delle parti, a esprimere un pezzo della futura classe dirigente del paese: il volontariato infatti, in questi anni non ha agito solo nell’ordinario e nello straordinario, ma è stato scuola di democrazia e di cittadinanza attiva, valori indispensabili per il futuro, Bene Comune per tutto il paese. In particolare questo processo potrà essere favorito dal consolidamento del sistema delle “Case della Sussidiarietà”, che portano ad esplicita attuazione il principio contenuto nell’art. 118 della Costituzione italiana.”.

“Il grande risultato – dice Mauro Giannelli, coordinatore nazionale Progetto FQTS e Consulta del Volontariato, è quello che vediamo qui oggi: soggetti diversi che siedono attorno ad uno stesso tavolo. La questione della crisi tocca in particolare il volontariato. La crisi non è però distruzione, ma riflessione, significa fare delle scelte, è un momento favorevolissimo per il volontariato e per il Terzo settore. Oggi siamo costretti a metterci insieme per immaginare un percorso che non è più essere come prima, ma essere felici. Il volontariato deve abitare l'ordinario. Ma il volontariato deve esserci anche nello straordinario, con le sue competenze, le sue energie e si deve candidare ad esprimere un pezzo della classe dirigente di questo Paese. Il volontariato è stato una scuola di cittadinanza attiva e di impegno politico e oggi reclama luoghi della partecipazione, immagina una democrazia deliberativa che non si sostituisce a quella partecipativa ma si affianca e dialoga con essa”. L’ assessore regionale al Welfare Elena Gentile - parlando all’assemblea del Terzo Settore ha evidenziato che - “la rivoluzione nell’approcciarsi al mondo del terzo settore nella costruzione delle politiche di welfare è un dato oggettivo in questa regione. Ora, i tempi sono maturi perché tutte le politiche dell’istituzione regionale prendano questa direzione di marcia. Così – conclude l’assessore regionale - il terzo settore può diventare sempre più attore dignitoso dell’economia della società pugliese”.

L’assemblea ha concluso i lavori con l'intento di rilanciare nei territori la bozza del documento di preparazione alla sesta conferenza nazionale del volontariato che si terrà a L’Aquila dal 5 al 7 ottobre.



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