Cie e Cara ancora inaccessibili
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Nonostante la sospensione del divieto di accesso alle strutture, entrare è ancora impossibile. LasciateCIEntrare invita tutti ad agire per rompere il muro di silenzio

Un appello affinché attivisti, giornalisti, avvocati e parlamentari chiedano in massa di entrare a fare visita ai Cie e ai Cara d'Italia. È questo l'appello di “LasciateCIEntrare” che fino a venerdì 27 aprile invita tutti ad agire per rompere il muro di silenzio rispetto alle condizioni delle strutture che in Italia ospitano i migranti.
Nonostante le iniziativa di denuncia organizzate in Europa e In Italia entrare nei centri di detenzione per migranti, guardare e raccontare le condizioni in cui versano e garantire così il diritto all’informazione, resta molto difficile». Una valutazione che arriva a un mese dal lancio della campagna “Open Access Now: Aprite le Porte! Abbiamo il diritto di sapere”, in cui reti ed associazioni hanno chiesto di accedere ai centri sparsi su tutto il territorio europeo e nazionale. Le risposte? Quasi sempre negative. In Italia, poi, la decisione del Ministro Cancellieri di sospendere il divieto di accesso alle strutture imposto dal suo predecessore Maroni, infatti, sembra non aver sortito gli effetti sperati: l’impossibilità di accedervi è di fatto invariata con le autorità locali che in modo discrezionale negano od autorizzano gli accessi.
In Puglia a promuovere l'inziativa è stata l'associazione Class Action Procedimentale presieduta dall'Avv. Gino Paccione
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