Viaggio in requiem
Data:
26/03/2012Categoria: Un libro a settimana
Diario del viaggio di una madre da Lucca a Otranto dove l'anno prima il figlio si era tolto la vita
Un libro-diario quello scritto da Francesca Caminoli e pubblicato per Jaca Book nel 2010 che ritorna di grande attualità in questi giorni, in occasione del XII convegno nazionale "Insieme dall'isolamento alla rinascita", svoltosi nei giorni scorsi a Otranto sui temi del lutto e della perdita di una persona cara. Il libro è il diario di un viaggio, quello che la Caminoli fa da Lucca a Otranto, dove l'anno prima il figlio Guido, ventiseienne, si è tolto la vita. Un viaggio lungo 17 giorni in cui l'autrice mette da parte le comode strade che agevolmente possono portarla a destinazione, per assaporare con gli occhi della ricerca, le piccole e tortuose strade dell'entroterra della bella penisola, facendo scoprire inaspettati scorci di paesaggi ignoti.
» il diario di un dialogo costante e fitto, in cui più che le risposte possono le domande, un viaggio che è al contempo percorso interiore e ricongiunzione con il figlio, l'amore perduto eppure così presente attraverso quei segni che Guido continua a mandarle dal suo mondo e che consentono la ricomposizione di quel puzzle frammentato che è l'angosciosa perdita di un amore.
Alle emozioni più dense si associa una apprezzabile levità nella descrizione di scorci emotivi e paesaggistici che fanno scorrere, tutto d'un fiato, il breve scritto. Viaggio in Requiem non è la trasposizione scritta del dolore di una madre ma l'inizio di un percorso nuovo per l'autrice che dalla perdita fa rinascere cose nuove e vita nuova.
Il libro, infatti, finanzia una scuola d'arte destinata ai bambini di strada del Nicaragua.
Francesca Caminoli è nata a Lecco nel 1948. Giornalista professionista, ha lavorato a Milano in quotidiani e periodici fino al 1982, poi si è trasferita a Lucca. Ha pubblicato Il giorno di Bajram, Il Grandevetro/Jaca Book, 1999, e per la stessa casa editrice La neve di Ahmed (2003) ripubblicato da Paravia Bruno Mondatori nel 2006.
Negli ultimi anni ha realizzato un giornale in Nicaragua con i ragazzi di strada del progetto Los Quinchos, con cui collabora. Con il ricavato della vendita delle incisioni del figlio, scomparso nel 2004, ha aperto una piccola scuola di pittura per i ragazzi del progetto.
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