Piccoli profughi
Data:
14/02/2012Categoria: Un libro a settimana
Un racconto a due voci che narra di eclusioni e di accoglienze scritto da Alessandro Santoro ed Edison Duraj
Più di un racconto a due voci è un vero e proprio racconto corale "Piccoli profughi", narrazioni di esclusioni e accoglienze, un percorso che si snoda attraverso le voci di Alessandro Santoro e Edison Duraj. Un diario dell'intimità di un'amicizia attraversata dalla storia dura e bella di chi, come Edison decide di attraversare, a soli 9 anni e con le sue scarpe nuove, le acque dell'Adriatico, lasciando quella parte sud-occidentale della penisola balcanica, l'Albania, per approdare nel Canale d'Otranto.
Una storia che riprende, nella sua originalità, le vite di tanti viaggi e di tanti approdi e che ripercorre all'indietro le tappe di molti passaggi: quello di una provincia quasi ignota che negli anni novanta rimbalza agli onori delle cronache, affermandosi come "terra di solidarietà" (e da allora nulla sarà più come prima); il passaggio dall'età infantile (ufficialmente Edison al suo arrivo in Italia è un "minore straniero non accompagnato") alla gioventù; il percorso di due identità segnate per sempre da un'esperienza solidale che fa traghettare entrambi su sponde inimmaginabili solo all'inizio di questo cammino.
E il cammino ha inizio nel 1997 quando Edison Duraj, sbarcato da poco sulle coste del Canale d'Otranto, viene accolto in un centro residenziale di Lecce e comincia a frequentare la scuola e il laboratorio teatrale tenuto da Alessandro, regista teatrale presso la Scuola Media "A. Galateo" di Lecce. Un laboratorio che annulla le differenze: lingua, origini, cultura, disabilità, sono l'amalgama di una reale integrazione, costruita giorno dopo giorno, capitolo dopo capitolo, dalle volontà dei due protagonisti, dalle loro braccia come dalle loro voci, dall'estro e dalla costante capacità di riflettere su se stessi. Di più. Il teatro è la messa in scena reale della vita di Edison stesso, è la ragione che mette insieme il piccolo profugo albanese, con l'uomo che si va preparando alla vita.
Nei cori delle voci che accompagnano il libro, l'eco di tante presenze: dai pensieri di Rina Durante, alla penna di Luigi Santoro, padre di Alessandro, agli appunti di viaggio del regista Mario Balsamo, instancabile occhio del ritorno in Albania.
Un libro che non celebra le aberrazioni delle migrazioni, non indugia nella retorica dell'accoglienza, ma che conduce il lettore ad attraversare, con semplicità e a tratti poesia, le esclusioni e le accoglienze, lasciando intravedere sullo sfondo la bellezza difficile e pur raggiungibile della "convivialità delle differenze".
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