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Il volontariato pugliese protagonista della nuova programmazione sociale regionale.

Data: 19/09/2007
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Alla programmazione triennale della politiche sociali 2008-2010 il mondo del volontariato parteciperà da protagonista portando per la prima volta il proprio contributo in maniera preventiva.
Facendo seguito all“incontro svoltosi lo scorso 11 settembre 2007, nell“ambito delle iniziative della Regione Puglia in Fiera del Levante, e all“impegno assunto dall“Assessorato alla Solidarietà di dare avvio al percorso per la stesura del secondo Piano Regionale delle Politiche Sociali (2008-2010), a partire proprio dal coinvolgimento attivo delle organizzazioni di volontariato, l“assessore Elena Gentile ha predisposto una proposta sul percorso complessivo. "E“ fermo convincimento di questo Assessorato e della Giunta Regionale, infatti- spiega Gentile- considerare la fase iniziale di ascolto per l“analisi partecipata del processo di costruzione e attuazione dei piani sociali di zona fin qui sviluppatosi come il presupposto per l“avvio del lavoro di programmazione sociale regionale. Tale fase dovrà essere organizzata con una distribuzione capillare delle occasioni di incontro, al fine di coinvolgere attivamente le diverse realtà territoriali. Ciò è ancor più vero se si considera la ricca e articolata presenza di organizzazioni di volontariato che operano ai diversi livelli e nei diversi ambiti di attività in Puglia". Per questo il documento propone che l“attivazione dei diversi contesti provinciali e di ambito territoriale possa prendere le mosse proprio da una iniziativa degli Assessorati alle Politiche Sociali delle Province, di intesa con i rispettivi CSV e con l“Osservatorio Regionale per il Volontariato, "fermo restando- chiarisce Elena Gentile- che le strutture regionali dell“Assessorato non faranno mancare il loro apporto e la loro presenza". METODO DI LAVORO L“Assessorato intende promuovere la mobilitazione dell“insieme dei soggetti che sul territorio sono attivi nel settore del volontariato, quali operatori più vicini e sensibili alla domanda sociale del contesto in cui operano, e che hanno svolto un ruolo attivo ai tavoli di coprogettazione con gli Enti locali per la stesura e l“attuazione degli stessi Piani Sociali di Zona. Tale percorso sarà, poi, affiancato con un onere organizzativo diretto da parte delle strutture regionali dalla attivazione di tavoli di confronto e di lavoro condiviso con il sistema delle Autonomie Locali (ANCI, UPI, UNCEM), con il sistema della cooperazione sociale, attraverso i consorzi di cooperative sociali più rappresentativi a livello regionale, nonchè con le principali organizzazioni sindacali e, non ultimi, con i responsabili degli Uffici di Piano di Zona per tutti gli ambiti territoriali. In questa logica, nella prima fase di ascolto strutturato da parte della Regione dei bisogni e degli interessi organizzati, il territorio è invitato ad auto-organizzare il proprio percorso di partecipazione al processo di programmazione sociale. Le modalità e le forme di coinvolgimento "dal basso" saranno quelle ritenute adeguate al contesto territoriale, di comune accordo tra Amministrazioni provinciali, rappresentanze territoriali delle organizzazioni del volontariato e CSV, purchè il livello di sintesi ultimo delle analisi e delle proposte che saranno prodotte sia quello provinciale, per una efficace rappresentazione a livello regionale. In questa prima fase la Regione garantirà la partecipazione agli incontri, attraverso la presenza di dirigenti e funzionari dell“Assessorato sia ai fini di intercettare le diverse competenze, conoscenze e sensibilità diffuse sul territorio, sia ai fini di rendere accessibile e utilizzabile il grande patrimonio delle informazioni sulle politiche sociali già in atto nella regione (impegni e spese effettuate nell“ambito dei Piani sociali di zona, quali servizi attivati, quali sinergie con altri Fondi e altre iniziative regionali, etc..) Un documento di sintesi dei lavori e degli incontri svolti sarà elaborato a cura degli stessi soggetti partecipanti agli incontri e consegnato alla Regione. Di seguito la ROAD-MAP PER LA PROGRAMMAZIONE PARTECIPATA FASE I : ASCOLTO STRUTTURATO DEL TERRITORIO I PERCORSI Ciclo di workshop provinciali e locali organizzati dal territorio (su base provinciale ovvero con incontri di ambito territoriale che confluiscano in incontri provinciali di sintesi), cui partecipano funzionari ed esperti in rappresentanza dell“Assessorato alla Solidarietà della Regione. I SOGGETTI I soggetti coinvolti nei workshop provinciali sono: ì L“Osservatorio Regionale per il Volontariato ì Le Amministrazioni Provinciali ì I CSV ì Le Organizzazioni di volontariato e di promozione sociale di rilievo regionale. I CONTENUTI La sintesi dei lavori dei tavoli attivati sarà elaborata a cura degli stessi soggetti partecipanti al percorso. Ai fini di dare omogeneità alla impostazione e all“esito dei lavori si propone una griglia di domande da cui potranno prendere avvio le discussioni e i confronti territoriali, senza che questa griglia sia considerata esaustiva per gli stessi tavoli di lavoro: 1. Quali sono state le criticità del processo di partecipazione nel Primo Triennio? Il Terzo Settore è stato realmente coinvolto in tutte le fasi del Piano Sociale di Zona? 2. Quali sono state le domande sociali inevase dal Primo Piano Regionale e dai relativi Piani Sociali di Zona, per le comunità locali o specifici gruppi di cittadini? 3. Quali sono i bisogni sociali emergenti per i quali i nuovi Piani devono costruire risposte mirate, anche di tipo innovativo e/o sperimentale? 4. Quali le criticità nei rapporti tra Enti Locali e Terzo Settore ai fini della attuazione del Piano Sociale di Zona e degli interventi previsti, con specifico riferimento alle procedure di gestione dei servizi e al monitoraggio della qualità dei servizi e delle prestazioni erogate? 5. La dotazione di infrastrutture sociali e sociosanitarie dell“ambito territoriale: è sufficiente e dove si registrano le maggiori carenze? 6. Quali buone pratiche possono essere messe a sistema? L“obiettivo del confronto e dei percorsi di discussione territoriale è quello di far esprimere tutti i territori in modo critico e insieme costruttivo su quanto concretizzato fino ad oggi e sulle lezioni apprese e possiamo mettere a valore per migliorare la programmazione del successivo triennio. I confronti territoriali dovrebbero, dunque seguire la seguente successione ideale: 1. Analisi del primo triennio 2. Individuazione delle criticità rispetto al processo 3. Individuazione delle criticità rispetto alla capacità di risposta del primo Piano; 4. Analisi dei bisogni e della domanda sociale 5. Proposte. Seguendo questa stessa logica sarebbe opportuno produrre le sintesi dei percorsi di lavoro per ciascuno dei territori interessati. LE MODALITÀ ORGANIZZATIVE Nel corso dell“incontro citato si è condivisa anche l“opportunità di lasciare liberi i diversi contesti provinciali rispetto alle modalità organizzative dei percorsi di discussione, con specifico riferimento sia all“articolazione territoriale, sia alla articolazione tematica dei lavori. In ogni caso, per evitare che in alcuni contesti provinciali nessun soggetto prenda l'iniziativa o, per prevenire una dilatazione dei tempi, si ritiene di suggerire che l“Assessorato alle Politiche sociali di ciascuna Provincia, d'intesa con l“Osservatorio Regionale del Volontariato e con i CSV, elabori in tempi stretti un calendario degli incontri, con la relativa articolazione provinciale (date, orari, luoghi delle assemblee, ecc), e ne dia notizia a questo Assessorato che potrà così pianificare al meglio le proprie presenze . In merito al confronto da realizzare, ci si è limitati a condividere l“opportunità che una eventuale "tematizzazione" dei tavoli locali possa assumere a riferimento gli ambiti di intervento sui quali è già impostata la programmazione e il sistema di regole regionali, e che di seguito viene ripreso: Minori Famiglie (e prima infanzia) come risorse Dipendenze Anziani e soggetti non autosufficienti Disabilità e salute mentale Nuove povertà Immigrazione Famiglie come risorse Azioni positive di genere L“aggregazione di queste aree, la stessa opportunità di tematizzare le riflessioni, la opportunità di aggiungere ulteriori ambiti di intervento, viene lasciata alle valutazioni di ciascun contesto territoriale. I TEMPI Questa prima fase di ascolto e di programmazione partecipata deve vederci impegnati da subito e dovrebbe articolarsi nell“arco di tempo che si conclude al 31 ottobre 2007. Il percorso di programmazione non si interrompe, ovviamente, a questa data, ma deve assicurare entro questa data una prima restituzione a livello regionale, che nulla toglie alla prosecuzione del percorso rivolta soprattutto alla formulazione di proposte operative, che potranno arricchire le fasi successive del percorso. LE FASI SUCCESSIVE Le fasi successive del percorso attengono alla concertazione sulla bozza di Piano e agli adempimenti amministrativi regionali. Esse possono essere così sintetizzate: FASE II : ELABORAZIONE DELLA PRIMA PROPOSTA DI PIANO Obiettivo: Individuare priorità strategiche, obiettivi generali e specifici e azioni prioritarie del Secondo Piano 2007-2009. Periodo: ottobre novembre 2007 FASE III : CONCERTAZIONE SULLA PRIMA PROPOSTA DI PIANO Obiettivo: confronto e validazione sulle priorità strategiche, obiettivi generali e specifici del Secondo Piano, nonchè sulle azioni prioritarie nel triennio, per cominciare a individuare "obiettivi di servizio e valori target" (cioè obiettivi progressivi di copertura territoriale per i servizi considerati essenziali) Periodo: novembre 2007 FASE IV : PERCORSO ISTITUZIONALE Approvazione della prima bozza di Piano Regionale delle Politiche Sociali da parte della Giunta Regionale Trasmissione all“esame della Terza Commissione Consiliare del Consiglio Regionale per la valutazione e la espressione del parere Periodo: inizi dicembre 2007 FASE V: TRA PARTECIPAZIONE E COMUNICAZIONE Assemblea regionale delle Politiche Sociali Assemblea regionale del Volontariato Periodo: dicembre 2007 FASE VI : APPROVAZIONE DEFINITIVA DEL SECONDO PIANO Recepimento pareri della Giunta Regionale e della Terza Commissione Regionale Recepimento risultati delle Assemblee regionali


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