Per la collettività, contro la criminalità organizzata
Data:
21/03/2011Categoria: Altre News
Nei Comuni di Surbo e Salve alcuni esempi di riutilizzo a scopi sociali degli immobili confiscati ai clan. A Salve presentato un progetto per dare vita ad laboratorio polifunzionale per ragazzi a rischio
È forte e costante nella provincia di Lecce l'impegno delle amministrazioni comunali nel riutilizzo a scopi sociali dei beni confiscati alla criminalità organizzata.
Gli ultimi esempi ci arrivano dai Comuni di Surbo e di Salve. A
Surbo un appartamento confiscato ad Antonio Carlà è oggi diventato sede dell'associazione di protezione civile "Madonna della fiducia". Un appartamento
piano attico di Giorgilorio tolto a Filippo Cerfeda, inoltre, è stato affidato all'Adsum, associazione culturale accreditata dalla Regione Puglia come sede delle attività di formazione e tirocinio per l'Università del Salento, della Sapienza di Roma e Carlo Bo di Urbino. L'immobile tra l'altro è stato ristrutturato a spese dell'associazione ed è ora regolarmente utilizzato per gli scopi statutari.
A Salve invece il Comune ha presentato in Prefettura il progetto per ottenere dai fondi del Pon sicurezza due milioni di euro con cui poter ristrutturare una fabbrica tessile di oltre 7mila metri cubi confiscata al clan Scarlino. La confisca definitiva è avvenuta nel 2001, e nel 2008 l'assegnazione al Comune di Salve.
L'idea è trasformare il grande immobile in un centro laboratoriale polifunzionale dei mestieri aperto a ragazzi tra i 14 e i 21 anni segnalati dai servizi sociali comunali e dal Tribunale dei minori. Un luogo dove poter apprendere abilità artigianali, dall'arte della ceramica alla cartapesta, dal verde alla grafica fino all'edilizia tipica. Il progetto prevede anche cucina e sala mensa, camere per offrire ospitalità, area relax e biblioteca, sala conferenze.
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