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Muyeye

Data: 09/02/2011
Categoria: Film e Documentari
La malattia mentale non è qualcosa di cui vergognarsi. Nel documentario di Sergio Damiani e Juliane Masi l“incontro di 200 utenti dei servizi con gli abitanti del villaggio di Muyeye in Kenia
Cosa hanno in comune un villaggio in Kenia e un gruppo di oltre 200 utenti dei servizi di salute mentale, operatori, famigliari e cittadini italiani? Lo rivela il documentario "Muyeye" realizzato da Sergio Damiani e Juliane Masi. I due registi raccontano l“esperienza di un gruppo di italiani (tra cui una folta rappresentanza modenese) e africani impegnati in un progetto di cooperazione internazionale per la costruzione di una scuola professionale nel villaggio di Muyeye in Kenia. La scuola può diventare il simbolo di riscatto del proprio futuro per tanti ragazzi keniani. "Il documentario ha rappresentato una grande opportunità per tracciare un filo tra le storie dei centri di salute mentale italiani e le storie di povertà che arrivano dall“Africa racconta Damiani Un modo per unire gli esclusi dalla società italiana a causa della malattia mentale e gli emarginati in Africa tagliati fuori dalla distribuzione delle risorse". "Muyeye"quindi è un documentario sulla follia che però vuole dimostrare come anche i "matti" possano fare cose straordinarie perfino in un contesto molto difficile come quello del continente africano. Il progetto di questo documentario è nato dal movimento "Le parole ritrovate" che si propone di far conoscere le ragioni e i caratteri degli utenti dei centri di salute mentale. » lo stesso obiettivo del progetto "Social Point" di Modena che si propone anche di organizzare percorsi e occasioni riabilitative (individuali e di gruppo) con persone che soffrono e hanno sofferto di problemi di disagio mentale. Man mano che la scuola prende forma, mattone dopo mattone, lo spettatore impara a conoscere la vita di un abitante del villaggio di Muyeye: Nebat, padre di quattro figli che mantiene spaccando sassi. La sua seconda moglie e madre dei suoi figli soffre di gravi disturbi mentali. Gli italiani, provenienti dal ricco Occidente che sono però portatori di dolorose storie personali, dimostrano alla famiglia di Nebat che dalla malattia mentale si può uscire. Fabio, Mirella, Ugo, Valeria, Marco e altri, sotto il grande baobab, tradizionale luogo di raduno del villaggio, raccontano le loro storie: chi è perseguitato dalle voci, chi ha fatto i conti con la depressione, chi fuggiva dalla vita pensando al suicidio. Storie difficili narrate a viso aperto anche nel film perchè la malattia mentale non è qualcosa di cui vergognarsi. Svariati gruppi si sono recati a Muyeye durante i 6 mesi necessari alla costruzione della scuola, da novembre 2009 a giugno 2010, accompagnando in modo attivo il progetto stabilendo rapporti di amicizia e di scambio con la popolazione del villaggio. In Italia i vari gruppi di "Le parole ritrovate" si sono impegnati per organizzare iniziative al fine di raccogliere i 60mila euro necessari a terminare la costruzione della scuola. Il documentario "Muyeye" racconta il tema della salute mentale in modo positivo coinvolgendo in eventi e obiettivi comuni utenti, cittadini, operatori e famigliari.


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