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Eurispes, presentato il Rapporto Italia 2011

Data: 28/01/2011
Categoria: Altre News
A rischio di estinzione il ceto medio. Il presidente Fara: “In totale sono circa 16 milioni le persone in disagio profondo, a cui va aggiunta una quota della cosiddetta povertà nascosta”
In Italia il ceto medio sta scomparendo mentre aumenta notevolmente la povertà. Nel nostro paese ci sono 2,5 milioni di famiglie al di sotto della soglia di povertà per un totale di circa otto milioni di persone. Altre 2,5 milioni di famiglie sono appena sopra questa soglia. In totale sono circa 16 milioni le persone in disagio profondo, a cui va aggiunta una quota della cosiddetta povertà nascosta. Lo ha sottolineato Gian Maria Fara, presidente dell“Eurispes, nel suo discorso introduttivo del "Rapporto Italia 2011", presentato a Roma. "L“Italia negli ultimi quindici anni è rimasta ferma: nella nostra foto di famiglia i ceti medi sono diventati un“immagine sfocata- ha detto-. La più grande conquista dell“Italia repubblicana era stata la formazione di un ceto medio diffuso, che non c“era mai stato nel Paese. Questo è avvenuto grazie a una straordinaria mobilità sociale che aveva consentito ai figli dei contadini e degli operai di crescere nell“istruzione, nel reddito e nella dignità. Tutto questo oggi è venuto meno". Tra le cause della scomparsa del ceto medio, secondo l“Eurispes, la caduta dei redditi erosi dalle politiche fiscali; la perdita del potere d“acquisto delle retribuzioni non compensata da adeguamenti degli stessi; il blocco della mobilità sociale e la mancanza di politiche a sostegno della famiglia benchè esse siano diventate, talvolta, gli ammortizzatori sociali dei giovani disoccupati e degli anziani non autosufficienti. "Dovremmo forse riflettere sulla superficialità con cui sia affrontano i problemi legati al cosiddetto stato sociale. Sempre più spesso se ne parla per proporre il suo smantellamento, senza considerare che se ciò accadesse il paese tornerebbe a essere l“Italietta dell“Ottocento- aggiunge Fara-. Stiamo perdendo i ceti medi, se si aggiunge lo smantellamento dello stato sociale, rischieremo di avere in futuro una minoranza di ricchi e una sterminata massa di neoproletari". Secondo il presidente dell“Eurispes una condizione per tornare alla "vecchia Italietta" si è già verificata "con il ritorno dei notabili come padroni della politica, al posto dei partiti democratici", che sono stati l“elemento costitutivo della nostra democrazia. "Intanto facciamo finta di non accorgerci che l“area della povertà che si andava progressivamente restringendo, ha ripreso ad espandersi velocemente e tocca ormai fasce che un tempo venivano considerate immuni- aggiunge-. Oggi in Italia abbiamo 2,5 milioni di famiglie sotto la soglia della povertà, in tutto circa otto milioni di soggetti. Altre 2,5 milioni di famiglie sono appena sopra questa soglia. In totale il fronte ufficiale del disagio profondo è costituito da 16 milioni di persone a cui va aggiunta una quota più ampia di povertà nascosta ovvero di quei poveri in giacca e cravatta, dei quali parliamo solo noi e la Caritas". Secondo l“Eurispes sono due i nodi della questione: uno congiunturale, legato al tradimento del capitalismo finanziario e l“altro dovuto "all“assenza per almeno tre lustri di una pur minima parvenza di politica industriale, sacrificata spesso a lucrosi interessi di bottega". All“affievolirsi dei ceti medi è dovuta anche la caduta degli indici e delle tipologie di consumi. "Da questo fenomeno-conlude Fara- nasce l“inquietudine delle giovani generazioni tra le quali è diffusa la convinzione di un futuro incerto e forse peggiore del presente".


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