Treno della Memoria: lettera aperta di Biblioteca di Sarajevo alla Provincia di Lecce
Data:
10/01/2011Categoria: News Associazioni Lecce e provincia
In seguito alla notizia del mancato finanziamento per il 2011 l'associazione scrive alla Provincia. “È un appuntamento importante, strumento di sensibilizzazione e riflessione per i giovani”
L'associazione
"Arci Maglie-Biblioteca di Sarajevo" ha rivolto una lettera aperta alla Provincia di Lecce in riferimento alla notizia, veicolata dalla stampa locale, del mancato finanziamento per il 2011 del progetto "Treno della Memoria". Un'esperienza di grande rilievo, quella del Treno, grazie alla quale "molti giovani, in passato, hanno avuto l'opportunità di conoscere direttamente i luoghi della crudeltà nazista che deportò milioni di persone nei campi di concentramento e di sterminio, come quelli di Auschwitz e Birkenau spiega la lettera aperta -. L'associazione Biblioteca di Sarajevo è stata tra le prime organizzazioni sul territorio provinciale a tenere vivo il ricordo di quanto successe in Europa, per mano delle dittature naziste e fasciste, mediante iniziative e commemorazioni tenutesi in occasione di ogni 27 Gennaio-Giornata della Memoria che hanno sempre ricevuto importanti apprezzamenti da dirigenti scolastici, docenti e studenti".
Pur capendo le difficoltà di carattere economico-finanziario a cui sono soggette moltissime amministrazioni pubbliche, in particolare meridionali, "non crediamo che la decisione della Provincia di Lecce inauguri adeguatamente il nuovo anno continua la lettera -. Il Treno della Memoria è un viaggio nella storia che spinge a ricordare i tragici avvenimenti del secolo scorso che videro Ebrei, Testimoni di Geova, omosessuali, zingari e disabili deportati e trucidati da chi pensava ad una società monorazziale in cui il "diverso" non solo non aveva diritto di cittadinanza ma non aveva neanche il diritto alla vita". La lettera dell'associazione si chiude con un invito "a trovare le risorse per questo importante appuntamento che è strumento di sensibilizzazione e di riflessione per i giovani i quali, sempre più, sono tempestati ed attratti da messaggi mediatici che li vogliono consumatori di un divertimentificio virtuale e non cittadini pensanti".
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