Buste di plastica addio!
Data:
03/01/2011Categoria: Altre News
Entrato in vigore dal primo dell'anno il divieto di produzione e commercializzazione delle vecchie shopper. Tempo solo per terminare le scorte
Sacchetti di plastica addio. Lo si sapeva già da tempo ma ora il momento è arrivato. Il primo gennaio 2011 ha segnato il passaggio dalla plastica al bio che tradotto significa: shopper di plastica al bando e via libera alle alternative che rispettano l'ambiente, con un margine di tempo per i commercianti per terminare le scorte.
Dopo anni di rinvii, polemiche, controversie, entra in vigore il divieto, che è già realtà da anni negli altri paesi europei. Gli ambientalisti festeggiano, ricordando che l“Italia è uno dei paesi al mondo con il più alto consumo (e spreco) di plastica, e che la svolta è una necessaria modernizzazione in un mondo che necessita attenzioni green. Si calcola, infatti, che nel mondo si producono ogni anno 500 miliardi di sacchetti in plastica mentre nella sola Italia ogni anno se ne producono 300mila tonnellate, un record, con una media annua procapite di 300 sacchetti.Una shopper si stima venga utilizzata mediamente 20 minuti, mentre il pianeta ha bisogno di oltre 200 anni per smaltirla. Per non parlare delle conseguenze per gli animali, che ogni anno vengono uccisi a migliaia dalle famigerate buste che si riversano su terra e mare; o ancora, delle quantità di petrolio necessarie per produrre le shopper usa e getta, così come le emissioni di CO2 che provocano. Tante ottime ragioni per passare alla carta, ai materiali biodegradabili e alle shopping bag in tessuto. Per cominciare il 2011 all“insegna dell“ecosostenibilità.
Il divieto appena entrato in vigore si deve alla Finanziaria 2007 che già tre anni fa vietò la produzione e la commercializzazione di sacchetti per la spesa poco rispettosi nei confronti dell'ambiente. Tre anni di tempo per adeguarsi e dopo un programma sperimentale condiviso tra il ministero dello Sviluppo e quello dell'Ambiente e l'avvio della "trasformazione" per il quale furono stanziati un milione di euro, la proroga di un anno. La data del 1° gennaio 2010 dunque è slittata al 2011 appena iniziato. Ora bisogna solo adeguarsi.
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