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Povertà in prima linea

Data: 22/12/2010
Categoria: News CSV Salento
Nei prossimi giorni la Gazzetta del Mezzogiorno pubblica nelle pagine provinciali un estratto del dossier “Le sfide delle nuove povertà” redatto dal CSV Salento
Mentre il mondo è in corsa in questi giorni per festeggiare un Natale sempre più consumistico e sempre meno ispirato dai valori da cui questa festa nasce, la Gazzetta del Mezzogiorno regala, nei prossimi giorni, una finestra tematica sulla povertà. E per farlo pubblica nei prossimi giorni un estratto del dossier curato dal Servizio Informazione del CSV Salento dal titolo "Le sfide delle nuove povertà. Il disagio sociale e la crisi del ceto medio nella provincia di Lecce tra comuni che navigano a vista e Terzo Settore supplente. Problemi aperti e nuove prassi". Stanno toccando quota 38mila nella provincia di Lecce le persone che risultano aver bisogno del sostegno sul fronte alimentare fornito dal Banco delle Opere di Carità. Quello che colpisce, prima ancora che il valore numerico del dato, è soprattutto la rapidità con cui risulta evolversi, evidenziando quindi un disagio che non accenna a ridursi. Questa ultima rilevazione effettuata dal Banco delle Opere di Carità, relativa alla metà di dicembre e indicativa quindi rispetto all'andamento per il 2011, segna infatti una distanza non indifferente rispetto al dato delle 25mila persone censite ad ottobre , dato di per sè già più che doppio rispetto ai numeri di sei anni fa. Nella provincia di Lecce inoltre risulta crescere in modo regolare il numero delle persone disoccupate, le famiglie con un solo reddito rischiano di scivolare nel disagio. In base ai dati dei Centri per l'impiego, poi, appare elevato il tasso di precarietà, con il 75% degli avviamenti registrati nel 2007 a tempo determinato, mentre la Cgil provinciale mette in luce il rischio di crescente marginalizzazione industriale dell'area salentina evidenziando il dato degli oltre 8milioni di ore totali di cassa integrazione utilizzate da gennaio ad ottobre scorso. E se l'emigrazione dei giovani nelle regioni del Nord spesso non li mette più al riparo dal bisogno di sostegno da parte della famiglia di origine, tende a contrarsi contemporaneamente la capacità di risparmio delle famiglie stesse una capacità appannaggio solo dei redditi più elevati - e le banche lanciano il mutuo "finalizzato alla liquidità". Parlare di difficoltà di accesso al credito e di sovraindebitamento, sia per le famiglie che per le imprese, può significare anche rischio usura, un fenomeno che appare ampiamente diffuso sul territorio, in gran parte sommerso, alimentato da una scarsa educazione all'uso responsabile del denaro e da una capacità imprenditoriale poco sviluppata, il tutto non agevolato poi da una propensione alla denuncia ancora limitata. Sul fronte casa l'osservatorio dell'Istituto autonomo case popolari legge il disagio registrando l'aumento degli inquilini concentrati nelle classi più deboli, che pagano l'affitto minimo non senza difficoltà: l'Unione Inquilini della provincia di Lecce denuncia infatti l'esempio di Copertino con un tasso di morosità rispetto agli affitti minimi pari al 70%. E se sul territorio fa ancora fatica a concretizzarsi quel rapporto di rete tra amministratori, enti locali e associazioni che consentirebbe di offrire soluzioni sempre meno assistenziali, le buone prassi comunque presenti sembrano tracciare una strada da seguire: promuovere il lavoro femminile, sostenere le idee e l'imprenditoria dei giovani, ridare fiducia alle famiglie che oppresse dal disagio l'hanno persa, offrire linfa ad una comunità che può crescere prima di tutto dal suo interno. Il lavoro delle associazioni di volontariato, delle parrocchie, delle Caritas, mostra un bisogno di promozione, crescita e valorizzazione dell'individuo che sfugge a qualunque statistica. L“appuntamento è nei prossimi giorni sulle pagine della Gazzetta del Mezzogiorno per l“approfondimento del tema.


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