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Lotta civile. Contro le mafie e l“illegalità

Data: 02/11/2010
Categoria: Un libro a settimana
Dodici storie di vite contro, tra cui quella di Renata Fonte, dodici vittime raccontate dalle loro famiglie. Che hanno trasformato il dolore in denuncia
Giuseppe Fava, Rocco Chinnici, Beppe Montana, Roberto Antiochia, Marcello Torre, Silvia Ruotolo, Libero Grassi, Vincenzo Grasso, Barbara Asta e i figli Giuseppe e Salvatore, Mauro Rostagno, Francesco Marcone, Renata Fonte. Dodici storie di vita contro. Dodici vittime, raccontate da chi li ha amati e persi: le loro famiglie. Questo è il libro della giornalista di Radio Popolare di Milano Antonella Mascali, uscito a marzo 2009 per Chiarelettere. Una raccolta di voci che tramite il ricordo descrivono cosa è la mafia, l“illegalità e la paura con cui si convive quando si decide di combatterla. Si inizia allora con le parole di Elena Fava, figlia del giornalista de "I Siciliani" Giuseppe Fava, ucciso dalla mafia a Catania il 5 gennaio 1984. Una giovane donna, Elena, che a volte fa dei sogni dolorosi, quasi "premonitori", ma che arriva al 5 gennaio "tranquilla". Anche quando i colleghi, all“ospedale in cui lavorava, le dicevano "che coraggio ha suo padre nel dire certe cose", lei non capiva perchè parlassero di coraggio: "ero cresciuta condividendo le idee di mio padre dice nell“intervista a Mascali - e quindi quelle denunce non mi stupivano, non pensavo fossero pericolose". E questo è il comune denominatore delle 12 storie. Mantenere intatta e comunicare agli altri la memoria e i valori di quelle persone che sono diventate vittime. Nella Catania del gennaio 1984 il sindaco Munzone sostiene ancora che la mafia non esista e allora è quello il primo punto da scardinare. "Con Claudio (il fratello di Elena) ci siamo detti di fare parlare ancora papà attraverso i suoi scritti". E così è stato. Come la famiglia Fava, così hanno fatto e continuano a fare gli altri figli, mogli, mariti, parenti e amici che hanno trasformato il dolore in denuncia e lavoro sulla e per la società. A partire dai giovani e dalla scuola. Tutte le pagine e i nomi del libro di Mascali sembrano affermare che da ogni vittima ammazzata si sono moltiplicati i coraggiosi e che quello che la criminalità voleva raggiungere con la morte di uno scomodo ha, in realtà, prodotto un contagio e una ribellione in aumento. Si arriva così alla storia finale, quella di Renata Fonte, assessore di Nardò, in Salento, uccisa a trentatrè anni per avere denunciato speculazione edilizia e sistema mafioso. Ora la figlia Viviana Matrangola è coordinatrice di Libera memoria, l“associazione di don Luigi Ciotti che ha scritto la prefazione. "In questo libro ha scritto don Ciotti, sintetizzando il contenuto del volume - non troverete parole rabbiose nè anatemi indiscriminati. Sono descritte le traiettorie umane di persone che hanno compiuto il faticoso percorso che muove dal dolore e approda all“impegno. Tutti dobbiamo sentire l“impegno e la responsabilità della memoria".


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