VII Rapporto Antigone, il collasso del sistema penitenziario italiano
Data:
22/10/2010Categoria: Altre News
68.527 detenuti per 44.612 posti letto. La fotografia delle carceri italiane tra sovraffollamento, istituti penitenziari fuori legge e organici carenti
"Da Stefano Cucchi a tutti gli altri": con questo titolo, a un anno esatto dal "caso Cucchi" che ha riportato la situazione del sistema penitenziario agli onori della cronaca, è stato presentato il
VII Rapporto Antigone sulle condizioni di detenzione in Italia, realizzato anche grazie al contributi di 37 volontari che hanno visitato numerosi istituti penitenziari sparsi su tutta la Penisola.
68.527 detenuti per 206 istituti penitenziari e 44.612 posti letto regolamentari. È questa la fotografia del sovraffollamento carcerario in Italia secondo l'associazione Antigone. Dalle visite effettuate dall'associazione tra giugno e luglio scorsi in alcuni degli istituti penitenziari risulta che
tutte queste carceri sono fuori legge dal punto di vista socio-sanitario. Per questo sono gia' 1.300 le richieste di ricorso alla Corte Europea per i diritti umani contro le condizioni di vita inumane.
Sono 25.164 i detenuti stranieri, che solo dieci anni fa erano 14.057. Aumentano i detenuti di origine padana, mentre crollano le presenze di quelli del sud.
Il 43,7% del totale dei detenuti e' imputato, 15.233 sono i detenuti in attesa di giudizio, record assoluto in Europa. L'Italia detiene, inoltre, il non certo invidiabile primato di essere il paese con più persone in galera per reati previsti dalla legge sulle droghe: circa il 25 per cento della popolazione carceraria, un detenuto su quattro. La media europea non supera il 16 per cento. Questo perchè per i condannati tossicodipendenti si ricorre sempre meno alle misure "alternative" alla detenzione, come la permanenza in strutture socio/riabilitative, nonostante il risparmio - economico e di posti letto - che si otterrebbe. In pratica, ci sono più tossicodipendenti in carcere che in comunità.
11.601 le persone che devono scontare una pena inferiore a un anno (la meta' stranieri). 5.726 gli italiani imputati o condannati per associazione a delinquere di stampo mafioso mentre gli ergastolani italiani sono 1.437 e 54 gli stranieri. Le donne costituiscono il 4,35% del totale e 57 sono i bambini sotto i tre anni ospitati in carcere con la madre.
Tragico il bilancio delle morti in carcere: 113 nel 2009 di cui 72 suicidi e 18 da causa ancora da accertare, 22 per malattia e 1 per omicidio. Nei primi nove mesi del 2010 i suicidi sono stati gia' 55.
Sul fronte dei costi, poi, 113 euro è il costo medio giornaliero di un detenuto e 7,36 euro il costo medio giornaliero di un detenuto per il suo mantenimento (pasti, igiene e trattamento rieducativo).
Sono 178 i magistrati di sorveglianza in Italia contro un organico di 204.
Ogni magistrato, in media, deve occuparsi di 394 detenuti. E posto che ogni detenuto, in media, presenta dieci domande l“anno (tra misure alternative, reclami, liberazioni anticipate e ricoveri), ogni giudice si trova a smaltire circa 4 mila procedimenti, per un totale ipotetico di 10 al giorno, festivi compresi.
La pianta organica della Polizia penitenziaria prevede, invece, un organico di 42.268 unità a fronte delle attuali 37.348 unità. Sommando quelli in esecuzione interna e quelli in affidamento e semilibertà, vi è
un poliziotto ogni due detenuti da cui bisogna però sottrarre il personale non in servizio attivo pari a 2.794 uomini e 315 donne, per un totale di 3.109 unità. Risultano quindi in servizio 31.371 uomini e 2.868 donne, per un insieme di 34.239 unità. La pianta organica ministeriale prevede, infine, 1.331 educatori e 1.507 assistenti sociali. Ma al 1 settembre 2010 risultavano in servizio 1.031 educatori e 1.105 assistenti sociali, vale a dire circa
1 operatore ogni sessanta detenuti.