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“In caduta libera”: il volto delle povertà secondo Caritas e Fondazione Zancan

Data: 13/10/2010
Categoria: Altre News
Presentato il Rapporto 2010. I centri di ascolto sono sempre più frequentati e si moltiplicano le iniziative delle Caritas diocesane. Ma le politiche sociali risultano spesso inefficaci
Lo scorso anno il rapporto Caritas-Zancan sulla povertà e l“esclusione sociale in Italia era intitolato "Famiglie in salita". Nel 2010 Caritas e Fondazione Zancan hanno invece optato per l“eloquente "In caduta libera", sempre con diretto e preciso riferimento alla situazione nel nostro Paese. Dalla salita alla caduta, insomma. A distanza di un solo anno, il quadro si mostra ancora più preoccupante e i motivi sono perfettamente inquadrati nel rapporto presentato a Roma. Uno studio che da una parte evidenzia l“aumento delle persone che si rivolgono ai centri di ascolto e agli altri servizi promossi dalle Caritas diocesane, sottolineando la crescita del livello di povertà in Italia nonostante le rassicurazioni dei dati Istat, e dall“altra dimostra come le politiche di contrasto alla povertà non abbiano usufruito di pochi finanziamenti. In molti casi, dunque se le politiche non sono efficaci non è perchè non si spendono abbastanza soldi, anzi. In questa dicotomia tra servizi pubblici spesso costosi ma poco efficaci e servizi della Chiesa sempre più richiesti da chi ha problemi di sussistenza, si dipana la situazione di singoli e famiglie che fanno fatica ad andare avanti. Tra chi si rivolge ai centri di ascolto, sempre più numerosi (tra il 2009 e il 2010 aumentate del 25% le richieste di aiuto), troviamo oggi vecchie conoscenze, che si ripresentano a distanza di anni (a dimostrazione che si esce e si entra continuamente dalla condizione di povertà) e anche i nuovi poveri, che non possono usufruire dei servizi pubblici perchè magari, pur avendo un tenore di vita molto basso, percepiscono comunque un reddito di partenza o dispongono di una casa di proprietà. Poi ci sono gli stranieri (il 69% degli utenti dei centri di ascolto Caritas), spesso indigenti e altrettanto spesso timorosi di chiedere aiuto per il rischio di rimanere intrappolati nella rete tessuta dal pacchetto sicurezza. Sempre la Chiesa ha messo in campo numerose iniziative per contrastare le situazioni di povertà e di disagio, si pensi che nel solo 2009 sono stati attivati 195 progetti da parte di 114 Caritas diocesane, per un totale di quasi 21 milioni di euro stanziati, tra quelli richiesti alla Conferenza episcopale e quelli stanziati dalle diverse diocesi. In tutto sono 635 le iniziative attivate in 196 diocesi per contrastare la crisi economica. Non è vero, dunque, che siamo meno poveri, come farebbero pensare gli ultimi dati Istat. Per la Caritas Italiana si tratta solo di una "illusione ottica". In sintesi: la situazione economica generale ha fatto abbassare la linea di povertà, ma ci si può accorgere che le persone in difficoltà, attraverso un semplice ricalcalo sulla base della variazione dei prezzi, sono aumentate. Dicevamo delle risposte ritardate degli enti locali e della loro inefficienza. In molti casi la spesa è poca (al Sud) in molti altri casi si spende troppo, ma rimanendo sempre nel limbo della scarsa efficacia. E queste differenze di spesa tra comuni si sono acuite: ci sono enti che spendono 13 volte più degli altri. La forbice è larga: la spesa minima è di 1,80 euro, la massima di 23,07. E poco successo hanno avuto anche le misure di contrasto alla povertà introdotte dal governo italiano, Un“indagine tra gli operatori del centri di ascolto Caritas, Caaf Cisl e Acli Service evidenzia la bocciatura sonora della social card, valutata negativamente dal 95% degli intervistati. Piace invece l“abolizione dell“Ici sulla prima casa.


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