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L“attività motoria nelle carceri italiane

Data: 11/10/2010
Categoria: Un libro a settimana
La storia e la descrizione del nostro sistema penitenziario con un'attenzione particolare allo sport come strumento per alleviare i problemi di salute e migliorare la qualità della vita
"Il carcere della speranza e della riforma, ormai da tempo, ha ceduto il passo a quello della sofferenza cupa e dell“incattivimento legislativo e sociale". Con queste parole don Luigi Ciotti introduce il libro "L“attività motoria nelle carceri italiane", edito da Armando Editore, e scritto da Ario Federici, docente alla facoltà di Scienze motorie e Scienze della formazione all“università "Carlo Bo" di Urbino, e da Daniela Testa, insegnante di Educazione fisica che collabora con il Coni e l“ateneo urbinate. Il volume parte dalla storia e dalle descrizione del sistema penitenziario italiano, concentrandosi poi su rieducazione e risocializzazione dei detenuti. Il carcere diventa, anche alla luce dei dati riportati da Daniel Gonin ne "Il corpo incarcerato" (ed. Gruppo Abele, 1994) sulle patologie contratte dai detenuti o sul loro peggioramento dei cinque sensi, una fabbrica di malattia. Un luogo di sofferenza e "ritorsione sociale", come disse papa Giovanni Paolo II durante il Giubileo. E non un posto di ripensamento e di presa di coscienza. Eppure, come sottolinea don Ciotti, "riconsegnare alla società persone responsabilizzate e coscienti" dovrebbe essere un imperativo. La cui realizzazione è però possibile solo se i detenuti non vengono avviliti nè incattiviti. In questo si inserisce l“attività sportiva. Lo sport è uno strumento che può "alleviare i problemi di salute legati ai lunghi periodi di detenzione" scrive Federici. E per questo, il volume si addentra a descrivere il progetto che Federici e la sua èquipe hanno seguito nella casa di reclusione di Fossombrone, in provincia di Pesaro Urbino. Il gruppo ha impostato un programma a medio e lungo termine che possa dare benefici e "migliorare la qualità della vita" in carcere. Secondo i dati riscontrati a Fossombrone, l“attività sportiva diventa il mezzo per prevenire e ridurre problemi fisici come cervicalgia, stato d“ansia, perdita dell“equilibrio, dell“autonomia motoria e della mobilità delle articolazioni. Non solo. Questi dati affermano e denunciano allo stesso tempo come il sistema penale italiano resta una risposta sproporzionata, umanamente ed economicamente. Slegato dall“articolo 27 della Costituzione che prescrive che "la pena deve tendere a cambiare e reinserire, non ad avvilire o tanto meno ad annichilire il reo", come ricorda nella prefazione don Ciotti.


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